La maggior parte dei risk manager di tutto il mondo non sembrerebbero al momento ancora in grado di valutare adeguatamente le minacce connesse alle nuove tecnologie digitali.
Dopo aver esaminato le risposte di circa 700 risk manager del settore assicurativo, di quello bancario e finanziario in genere, Accenture ha stimato nell’11% la percentuale di risk manager attualmente in grado di stabilire tutti i rischi derivanti dall’adozione di Intelligenza Artificiale. Ancora di meno sono quelli in grado di valutare appieno i rischi dell’automazione dei processi robotici e dell’applicazione della blockchain, con una percentuale del 72% dei rispondenti a dire che non è possibile aggiornare le proprie competenze professionali alla velocità richiesta dai rischi emergenti, peraltro sempre più complessi.
Tecnologia disruptive, data breaches e operational risks sono i tre segmenti maggiormente sfidanti citati dai risk manager intervistati.
“Poiché lo scenario del rischio in materia tecnologica è in continua trasformazione, è’ evidente che i risk manager non sono in grado di evolversi allo stesso ritmo delle tecnologie”, ha affermato Steve Culp, senior managing director di Accenture. “Fortunatamente, i risk manager riconoscono la necessità di utilizzare nuovi strumenti e nuovi approcci, inclusa l’adozione di modelli avanzati di analisi dei dati e di intelligenza artificiale, nonostante l’attuale contesto di mercato caratterizzato da crescenti pressioni sui costi”. Secondo il report di Accenture, 4 intervistati su 10 ritengono che la loro funzione sia, nella migliore delle ipotesi, solo parzialmente efficace nel rispondere rapidamente ai cambiamenti dello scenario dei rischi esterni.
Gli esperti di Accenture hanno anche avuto modo di evidenziare una forte correlazione tra le aziende che adottano tecnologie disruptive e solidità della funzione interna di gestione del rischio.
Ad esempio, il 73% delle società che negli ultimi due anni utilizzano machine learning si ritiene soddisfatto dei progressi effettuati ed è ottimista circa l’evoluzione dei prossimi anni, a differenza del 45% che non ha ancora iniziato a utilizzare il machine learning o advanced analytics.