I pm di Milano aprono un fascicolo sulla scalata di Del Vecchio a Mediobanca. Per il momento non risultano né ipotesi di reato né indagati. Sotto la lente ci sarebbero gli acquisti degli ultimi mesi. Nei giorni scorsi il sopralluogo della GdF in Luxottica. Il ruolo di Unicredit
di Luca Gualtieri
La Procura di Milano accende un faro sulla scalata di Leonardo Del Vecchio a Mediobanca . Dopo la segnalazione arrivata nelle scorse settimane da Consob e il recente sopralluogo della Guardia di Finanza in Luxottica (come riportato da MF-Milano Finanza di sabato 30 novembre) ieri sera è trapelata notizia dell’apertura di un’inchiesta sulla vicenda. Per ora si tratterebbe di un fascicolo modello 45, quindi senza ipotesi di reato né indagati, ma non è escluso che il perimetro dell’indagine si allarghi nelle prossime settimane.
Sotto la lente del pm Stefano Civardi ci sarebbero le diverse transazioni che hanno progressivamente portato Del Vecchio al 9,9% di Mediobanca , dal primo blitz di metà settembre ai più recenti acquisti nel corso del collocamento della quota Unicredit . Operazioni già finite nel mirino di Consob che da settimane ormai sta dedicando la massima attenzione alla vicenda, usando tutti gli strumenti a propria disposizione. L’obiettivo? Accertare il pieno rispetto del Tuf (in particolare della disciplina sugli acquisti di concerto disciplinata dall’articolo 109) e valutare gli effetti del blitz sulla stabilità della banca.
Dopo il blitz di settembre Delfin ha ulteriormente incrementato la partecipazione portandola al 7,5% prima dell’assemblea, mentre un ulteriore 2,5% è stato comprato nell’ambito del collocamento della quota Unicredit . In poche settimane questi movimenti hanno ridisegnato in profondità la governance di Mediobanca , surriscaldando quella delicata cinghia di trasmissione del potere finanziario che arriva fino alle Generali . Un terremoto che non poteva lasciare indifferenti istituzioni e regolatori.
Tanto più che la strategia di lungo termine del nuovo azionista non è ancora chiara. Non solo perché Delfin non ha un’esperienza specifica nel settore bancario, ma anche perché le poche dichiarazioni fatte finora da Del Vecchio sembrano in contraddizione tra di loro. Se uno statement dello scorso 9 ottobre metteva sotto accusa le scelte industriali di Mediobanca , subito dopo la presentazione del nuovo piano industriale il numero uno di EssilorLuxottica ha manifestato piena approvazione per la nuova strategia.
Altro fronte particolarmente delicato è quello dei rapporti tra Delfin e Unicredit , fino a poche settimana primo azionista di Mediobanca all’8,4%. I molteplici punti di contatto tra la banca e la galassia Del Vecchio (dalla partecipazione che fino a qualche anno fa garantiva all’imprenditore una rappresentanza nel board di piazza Gae Aulenti all’asse nella partita Ieo fino ai rapporti finanziari intercorsi in passato tra Unicredit e le società coinvolte nella scalata a Mediobanca ) hanno infatti spinto a chiedersi se e in quale misura la banca fosse a conoscenza delle strategie dell’imprenditore di Agordo. Spetterà adesso alla magistratura gettare luce sulle diverse zone d’ombra della vicenda nell’interesse di tutte le controparti coinvolte e soprattutto del mercato. (riproduzione riservata)
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