Nel 2020 i baby boomers trasferiranno ai figli quasi 10 mila miliardi di dollari di patrimonio. Così i nati tra il 1981 e il 2000 si troveranno a gestire una somma di 24 mila miliardi, che indirizzeranno su ambiente, tecnologia e salute
di Nicola Carosielli

Diecimila miliardi di dollari. Questo è quanto potrebbe passare di mano l’anno prossimo tra la generazione dei baby boomers e quella dei millennials, portando così il loro patrimonio complessivo a superare i 24 mila miliardi. Un trend in crescita che entro il 2050, solo negli Usa, porterà a un trasferimento di ricchezza dai baby boomers ai millennials di circa 30 mila miliardi di dollari. Un evento pronto seriamente a ridisegnare gli equilibri finanziari globali, con una rifocalizzazione serrata intorno a tecnologia, sostenibilità e ambiente. Gli asset manager modificheranno quindi le proprie strategie per rispondere alla generazione più popolosa al mondo e che, per i notevoli punti di rottura con quelle precedenti, obbligherà a un grande cambio di paradigma.
In questa direzione vanno alcuni recenti dati elaborati da Ubs e visionati da MF-Milano Finanza, che illustrano come nel prossimo decennio crescerà il focus degli investitori sulla sostenibilità, anche ambientale. I millennials guideranno questo trend, confermandosi una generazione molto più attenta a queste tematiche rispetto a quelle precedenti. Il 40% dichiara infatti di aver scelto un lavoro sulle basi di criteri di sostenibilità, rispetto a solo il 17% dei baby boomers. Al contrario del reddito aggregato della generazione dei baby boomers, che si dimezzerà, quello dei millennials crescerà di un terzo, rendendoli di fatto i maggiori detentori di capitali. Anche l’atteggiamento positivo nei confronti degli investimenti a lungo termine e sostenibili è il più diffuso in questa categoria di investitori. L’84% di loro è interessato ad allineare il proprio portafoglio ai megatrend, mentre l’83% guarda agli investimenti sostenibili, rispetto, in entrambi i casi, al 30% degli investitori con più di 51 anni. Indicatori che le grandi industrie, come l’automotive, stanno utilizzando come base per sviluppare la propria strategia. Senza dimenticare l’aumento del potere di spesa che, nel giro di 15 anni, dovrebbe passare da circa 15 mila a quasi 25 mila miliardi.
Ma chi sono e come vivono i millennials? In base ai dati di Pew Research Center con 2,3 miliardi di individui sono la generazione più numerosa a livello globale (30%), con il 90% che vive nei Paesi Emergenti (i millennials cinesi superano l’intera popolazione degli Usa) e l’88% in aree urbanizzate (rispetto al 68% dei baby boombers). A guidare le scelte di investimento, più incentrate sull’equity che sulle obbligazioni (a differenza dei genitori) sarà la tecnologia, che già ora catalizza il 50% degli investimenti, seguita da salute e benessere (12%), energia e ambiente (11%), real estate (10%) e servizi finanziari (5%). Effettivamente il consumo di tecnologia è maggiore di qualsiasi generazione. L’85% compra beni di consumo online, il 50% gioca ai videogame e il 45% utilizza chat e sistemi di messaggistica istantanea. Ma anche il concetto di salute e benessere è cambiato nelle diverse generazioni. Mentre i baby boomers e la generazione X lo identificano principalmente con i bisogni primari dell’essere normopeso e di non ammalarsi, per i millennials assumono importanza il mangiare sano (il 30% mangia cibi organici certificati) e l’esercizio fisico (l’84% si allena almeno una volta a settimana). Così come maggiore attenzione è destinata a energia e ambiente: l’86% è interessato a risparmiare in modo socialmente responsabile, mentre il 75% è disposto a cambiare le proprie strategie d’acquisto per riconoscere lo sforzo delle aziende sostenibili.
Alla luce di questo differente modo di vivere, e di investire, tutti i colossi del risparmio gestito si stanno riposizionando su offerte legate a fondi Esg e Sri e tematici. Amundi Sgr, per esempio, sta offrendo una serie di fondi in questa direzione come il Cpr Invest Global Disruptive Opportunities, il Cpr Invest Education, Cpr Invest Food for Generations, Cpr Invest Climate Action o l’Amundi Funds European Equity Green Impact. I fondi tematici, fino al 30 ottobre di quest’anno hanno raccolto oltre 1,6 miliardi di euro, per un patrimonio complessivo in Italia di circa 3,5 miliardi. Sugli Esg il patrimonio è di circa 2,4 miliardi in Italia, mentre a livello globale, Amundi oggi gestisce secondo i principi di investimento responsabile 317 miliardi di euro (dati al 30 settembre 2019). Come ha sottolineato Paolo Proli, head of retail distribution di Amundi Sgr, «esistono due modi di vedere i millennials da un punto di vista economico: sul fronte dei consumi e su quello dei bisogni». Analizzare i consumi «ci permette di trovare megatrend di lungo periodo di supporto alla crescita economica dei prossimi anni e quindi sono fonte di idee d’investimento per canalizzare le risorse finanziare da investire verso le industrie che oggi stanno servendo lo stile di vita dei millennials». Concetti «fondamentali per noi per decidere come finanziare e assecondare l’economia per il futuro, indirizzando di conseguenza i capitali dei nostri clienti, gli investitori, e per cercare di conseguire un maggior rendimento sfruttando il trend e una maggiore resilienza rispetto alla volatilità generata dal cambiamento in atto».
Non è rimasto a guardare BlackRock, che pensando ai millennials starebbe lavorando per ampliare la gamma sostenibile. Un’offerta che può già contare su 50 soluzioni tra attive e passive (come gli etf Sri) con masse gestite per 750 miliardi. Come ha spiegato Luca Giorgi, head of business retail BlackRock Italia, «le soluzioni sostenibili si dividono in due categorie: quelle che applicano un approccio avoid, cioè che escludono settori controversi come armi, tabacco, e quelle con un approccio advance, che privilegiano un atteggiamento virtuoso». Quest’ultima poggia su tre aree: Esg, climatici e prodotti impact, come green bond ed energie rinnovabili. Ed è così che l’anno scorso ha lanciato il fondo Future of Transport, già arrivato a 150 milioni di patrimonio, per investire in tutta la filiera dell’elettrificazione della mobilità, dai produttori di auto ai produttori di colonnine, a chi lavora sulla tecnologia. Così come su Esg e tecnologia punta Bny Mellon, con fondi come il «Bny Mellon Sustainable Global Dynamic Bond o l’Insight Sustainable Euro Corporate Bond Fund», ha spiegato Stefania Paolo, country head per l’Italia, sottolineando come sul fronte digitale e dell’innovazione agiscano con il Bny Mellon Mobility Innovation Fund con il Bny Mellon Digital Assets Fund, fondo attivo che investe in aziende che beneficiano della diffusione della tecnologia blockchain». Fidelity International, invece, accanto alle soluzioni sostenibili e tecnologiche, ha avviato nuove soluzioni tematiche. Natale Borra, head of distribution Italy di Fidelity International, ha spiegato l’intenzione del gruppo di mettere «a disposizione dei risparmiatori i Target Funds, una famiglia di fondi nata per permettere alla clientela Fidelity di pianificare i propri obiettivi d’investimento: acquistare una casa, mandare i figli all’università, integrare la pensione e scegliendo una scadenza temporale allineata all’obiettivo di investimento». A livello italiano infine, è sempre più attivo Intesa Sanpaolo che da ottobre ha lanciato nuove linee a benchmark Esg del fondo pensione «Il Mio Domani», mentre martedì 26 ha lanciato 3 nuovi comparti del fondo Eurizon Fund che investono in megatrend: Eurizon Fund Equity Planet; Eurizon Fund Equity People ed Eurizon Fund Equity Innovation. (riproduzione riservata)
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