Nel I semestre 2019 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato dell’assicurazione vita in Italia è stato pari a € 11,9 mld, il valore più contenuto rispetto ai primi sei mesi del quinquennio 2014-2018, in calo del 23,6% rispetto al I semestre 2018.
Tale risultato – secondo quanto riporta l’ANIA nella consueta statistica – è dovuto al lieve calo del volume dei premi, principalmente a causa della raccolta negativa di ramo III che ha annullato il contributo positivo delle polizze di ramo I, ma soprattutto alla crescita significativa del totale onere sinistri, generata principalmente dagli importi per scadenze e rendite maturate di ramo I.
Il flusso netto realizzato nel II trimestre 2019 è inferiore di circa 1 miliardo rispetto a quello registrato nei primi tre mesi del 2019 e di quasi 2 miliardi rispetto al corrispondente trimestre del 2018, a causa principalmente del contributo più contenuto del ramo I.
Nel I semestre 2019 il volume dei premi contabilizzati è stato pari a € 53,1 mld, in calo dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, quando invece la variazione era positiva e pari a +5,9%.
L’86% dei premi è generato dall’emissione di nuovi contratti o dall’introito di premi unici aggiuntivi relativi a polizze già in essere, in aumento dell’1,7% rispetto al I semestre 2018 (percentuali ricavate utilizzando i dati della rilevazione associativa mensile sulla nuova produzione vita). L’ammontare dei premi contabilizzati risulta costituito per l’81% da premi unici, in lieve calo (-0,6%) rispetto al I semestre 2018, e per il restante 19% da premi periodici, di cui il 5% sono premi di prima annualità (-1,0% rispetto al I semestre 2018) e il 14% premi di annualità successive (+0,7%). Valutando i premi mediante una misura che consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) – pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – la variazione del volume premi diventerebbe pressoché nulla.
Nei primi sei mesi del 2019 l’ammontare complessivo delle uscite è risultato in aumento del 9,1% rispetto al corrispondente periodo del 2018 e pari a € 41,2 mld, il valore più alto mai rilevato dal 2006. La quota prevalente delle uscite è derivata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari al 54% dei pagamenti complessivi (66% nel I semestre 2018) ma comunque in calo del 9,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; sono invece le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione delle riserve per somme da pagare, che hanno raggiunto un’incidenza pari al 32% delle uscite totali, per effetto della crescita (+68,8%) registrata rispetto ai primi sei mesi del 2018. Il restante 14% è costituito dagli importi dei sinistri per decesso e altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita che hanno registrato un incremento annuo più contenuto e pari a +8,6%.
Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che il 76% delle imprese, rappresentative dell’86% del mercato in termini di premi contabilizzati 2018, ha registrato da inizio anno un flusso netto positivo e che il 54% (per una quota premi pari al 54%) ha ottenuto un risultato migliore della media dell’indice (1,70%) calcolato rapportando il flusso netto totale alla giacenza media delle riserve complessive.
Le riserve tecniche vita alla fine del I semestre 2019 sono state pari a € 710,0 mld, in aumento del 5,2% rispetto al corrispondente periodo del 2018 e dell’1,3% rispetto alla fine del trimestre precedente. In particolare, il 72% delle riserve complessive di fine anno deriva da impegni assunti nel ramo I mentre il 21% è afferente a polizze di ramo III.
Analizzando la concentrazione delle riserve tecniche tra le compagnie di assicurazione operanti in Italia alla fine del I semestre 2019, si osserva che quasi la metà dell’intero ammontare (48,1%) è detenuto dalle prime cinque compagnie, mentre se si considerano anche le successive cinque si arriva al 68%. La variazione dello stock delle riserve rispetto alla fine dell’esercizio 2018 è stata pari a € 25,8 mld, circa € 14 mld in più rispetto al saldo tecnico del settore vita, differenza principalmente dovuta alla rivalutazione delle masse gestite di ramo III; nel triennio 2016-2018 non si sono mai registrate variazioni semestrali dello stock di riserve così significative.
Nel I semestre 2019 il ramo I ha registrato un flusso netto positivo pari a € 10,1 mld (di cui circa il 90% costituito dalla quota di ramo I delle polizze multiramo), con un incremento annuo del 38,3% rispetto all’analogo periodo del 2018.
Tale risultato è stato determinato dall’incremento del 13,1% della raccolta premi, pari a € 37,3 mld (di cui l’81% a premio unico), a fronte di un aumento più contenuto registrato dalle uscite (+6,0%), che raggiungono € 27,2 mld, di cui il 50% rappresentato da riscatti e altri rimborsi e il 35% da scadenze e rendite maturate. L’incidenza dei premi di nuova produzione è pari all’87%, superiore di due punti percentuali rispetto a quella dei primi sei mesi dell’anno precedente. Gli oneri pagati hanno rappresentato nel ramo I il 5,3% delle riserve.
Relativamente al ramo III, la raccolta netta nel I semestre è stata pari a € 2,4 mld (nonostante i € 4,3 mld generati dalla sola quota di ramo III delle polizze multiramo – cfr. Fig. 4), l’ammontare più basso degli ultimi quattro anni e in calo del 65,2% rispetto al I semestre 2018. Tale risultato è stato determinato principalmente dalla consistente contrazione annua (-22,2%) registrata dal volume premi, pari a € 12,7 mld (di cui l’86% afferente a nuovi contratti), e da un discreto aumento delle uscite (+8,7% rispetto al I semestre 2018), per un importo pari a € 10,4 mld, principalmente dovute a riscatti (il 72% del totale oneri). L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo III il 6,9% delle riserve.
Il ramo V, con un volume premi di € 1,3 mld (di cui il 90% di premi unici), più che dimezzato rispetto al I semestre 2018, e con un ammontare di pagamenti pari a € 3,1 mld (di cui il 72% dovuto a scadenze e rendite maturate), in aumento del 65,6%, ha visto una raccolta netta negativa per € 1,8 mld (nell’analogo periodo del 2018 era positiva per quasi 1 mld), il valor più basso dal I semestre 2012 quando si superavano i € -2 mld. L’81% del totale premi è afferente a nuovi contratti mentre l’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo V l’11,5% delle riserve.
Nel I semestre 2019 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) registrato per i prodotti multiramo è stato pari a € 13,3 mld, di cui il 68% afferente al ramo I (era equidistribuito tra ramo I e ramo III nel I semestre 2018), superiore alla raccolta netta complessiva del settore vita (€ 11,9 mld) e in crescita del 13,2% rispetto al flusso netto registrato nello stesso periodo del 2018. Il volume dei premi contabilizzati ha raggiunto € 18,9 mld (+14,5% rispetto al I semestre 2018), di cui € 16,7 mld sono riconducibili a premi unici e il restante a premi periodici. Il 64% è rappresentato da premi di ramo I (+36,9% rispetto al I semestre 2018) mentre i premi di ramo III si arrestano al 36% (-11,5%). Il volume complessivo delle uscite è stato pari a 5,6 miliardi (+17,8% rispetto al I semestre 2018), il 78% riferibile a riscatti e altri rimborsi (+10,0%). Il 56% del totale oneri è generato da polizze di ramo I.
Per quanto riguarda i canali distributivi, nel I semestre 2019 la principale forma di intermediazione, in termini di volume premi, risulta essere il canale degli sportelli bancari e postali, con un ammontare pari a € 32,5 mld (-1,1% rispetto al I semestre 2018) e un’incidenza sul totale premi vita del 61%. Nel dettaglio, i rami in cui tale canale registra la maggiore incidenza sono il ramo I (64%) e il ramo III (62%), oltre a commercializzare il 70% delle polizze multiramo, che nascono come combinazione di entrambi i rami. Volumi di business più contenuti per gli sportelli bancari e postali si riscontrano invece nel ramo V e nel ramo VI, dove è molto forte la presenza della vendita diretta tramite agenzie in economia, con quote di mercato sui singoli rami rispettivamente del 39% e del 64%; nei primi sei mesi dell’anno quest’ultimo canale ha raccolto un ammontare premi pari a € 5,4 mld (il 10% del totale premi vita e il 9% dei premi afferenti a polizze di ramo I), con un calo del 2,4% rispetto al I semestre 2018.
Il secondo canale di intermediazione per raccolta premi risulta essere quello relativo ai consulenti finanziari abilitati, con una quota di mercato pari al 14% e un volume premi di € 7,4 mld (pressoché stazionario rispetto al I semestre 2018), di cui più della metà relativo a polizze di ramo I e la restante parte a polizze unit-linked (il 26% del volume premi afferente al ramo III). Il terzo canale di intermediazione risulta essere quello relativo agli agenti, con una quota di mercato pari al 13% e un ammontare di € 6,9 mld (+9,0% rispetto al I semestre 2018), prevalentemente relativi a polizze di ramo I (il 14% dei premi di tale ramo).
I broker e gli altri canali non tradizionali nel I semestre 2019 hanno contabilizzato un volume premi complessivo di € 949 mln, di cui oltre i due terzi relativi a polizze di ramo I e il restante a polizze di ramo V. Le polizze di ramo IV, seppur ancora scarsamente commercializzate in Italia, sono state vendute principalmente da quest’ultimo canale.