Si è parlato anche di cambiamenti climatici durante la 63° edizione del Rendez-Vous di settembre di Monte Carlo che, come ogni anno, ha riunito riassicuratori, assicuratori, broker di tutto il mondo per discutere insieme sulle principali tendenze del mercato.
Nell’edizione appena terminata ha trovato spazio anche un confronto sui cambiamenti climatici. In particolare, Denis Kessler, presidente e amministratore delegato del riassicuratore francese Scor ha ribadito che le prove del rapido cambiamento climatico in corso “sono assolutamente convincenti. Nessuno può negare che le temperature stiano aumentando. Dalla fine del XIX secolo abbiamo registrato a livello globale un incremento di 1 grado, che è un dato considerevole. Inoltre, per la prima volta nella storia del pianeta, possiamo in gran parte attribuire all’attività dell’uomo il cambiamento delle condizioni climatiche che interessa l’intero pianeta”.
Significativo il fatto che tra i 30 anni più caldi dall’inizio dell’Ottocento a oggi, ben 25 siano successivi al 1990. Ma non basta. Infatti, secondo l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (Wmo), dal 2001 a oggi sono 16 su 17 gli anni in cui si è registrato un record di temperatura, e ogni record, è stato regolarmente superato l’anno successivo, tranne in un caso. “Dobbiamo trovare una soluzione per ridurre le emissioni di carbonio. Se non riusciremo a farlo andremo incontro a enormi difficoltà, non solo in termini di condizioni di vita generale, ma anche il settore della riassicurazione dovrà fronteggiare enormi problemi. Negli scenari di riscaldamento più estremo, l’intera sfera del rischio verrà così profondamente modificata che alcune parti del mondo potrebbero non essere più assicurabili. Parliamo di rischi fisici, così come di rischi property e delle infrastrutture, coperture liability, tutela legale, D&O, PI e i rischi connessi alla fase di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”.
Parlando al fianco di Kessler, l’economista francese già premio Nobel, Jean Tirole, ha aggiunto che “gli uomini preferiscono troppo spesso la gratificazione istantanea che porta a sacrificare il nostro futuro, invece di adottare un approccio di lungo periodo per risolvere i problemi. E questo comporterebbe un’azione persuasiva sui modelli di crescita dei Paesi del Sud del mondo, perché anche loro devono agire concretamente ora. Tutte le parti sociali sono responsabili e c’è bisogno di una forte complementarietà fra il mercato e lo Stato per trovare una soluzione. C’è bisogno di incentivi per ridurre le emissioni, perché andando avanti di questo passo saremo presumibilmente condannati a uno scenario in cui le temperature medie aumenteranno ancora di tre o quattro gradi (al di sopra dei livelli pre-industriali), con conseguente escalation di tempeste, alluvioni e siccità mortali che avranno come vittime principali proprio l’Africa, la Cina, il Brasile e l’India.