Secondo le stime dei riassicuratori globali, i danni assicurati ammontano attualmente a 837 milioni di dollari per l’intero mercato globale. L’incidente del Boeing 737 Max è quindi, ad oggi, il secondo disastro causato dall’uomo di quest’anno, a seguito dell’incidente che ha colpito la piattaforma di produzione offshore di gas liquefatto di Ichthys LNG Construction al largo delle coste australiane, di proprietà della società giapponese Inpex (1,42 miliardi di dollari di perdite totali assicurate) lo scorso marzo.
Di modeste dimensioni, il mercato della (ri-)assicurazione aeronautica su cui operano pool di (ri-)assicuratori sarebbe comunque “in grado di assorbire i sinistri”, afferma Claude Tendil, Presidente dell’Association des Rendez-Vous de Septembre di Montecarlo, Presidente di Generali IARD e amministratore del riassicuratore SCOR.
Tra le prime esposizioni a questo incidente si annoverano i due principali riassicuratori mondiali Munich Re e Swiss Re, entrambi appartenenti al pool di riassicuratori di Boeing. Il costruttore aeronautico americano è coperto da un consorzio guidato dalla società britannica Global Aerospace, che è posseduta al 51% da Munich Re e al 49% da Berkshire Hathaway, il conglomerato del miliardario americano di Warren Buffet. Ethiopian Airlines è assicurata principalmente dall’americana Chubb, di cui Willis Towers Watson è il broker.