Con Boris Johnson, nuovo leader dei Tory e Primo Ministro britannico e a soli tre mesi dalla nuova scadenza per la Brexit, nel Regno Unito, l’incertezza è tornata ai massimi storici, anche se Johnson ha cercato subito di rassicurare tutti dicendo che, in un modo o nell’altro, il 31 ottobre si uscirà dall’Unione Europea.
Il gruppo britannico Aviva ha analizzato come vivono la situazione i broker assicurativi che sono ovviamente non nascondono le preoccupazioni per il clima economico che influisce direttamente sulle loro condizioni di business.
Nell’ultima edizione appena pubblicata del Broker Barometer, report che viene realizzato a cadenza semestrale, si rileva come nell’arco degli ultimi 12 mesi si sia dimezzato il numero di broker ottimisti per il futuro. Nel maggio 2018 la percentuale di broker che aveva dichiarato di aspettarsi un impatto positivo dalle condizioni economiche era del 20%, percentuale crollata al 9,8% nell’ultimo sondaggio del maggio scorso.
Phil Bayles, managing director dell’area intermediari di Aviva, ha spiegato che è vero che le condizioni economiche generali rappresentano un grosso problema e sebbene la Brexit abbia contribuito ad aumentare le condizioni di instabilità e incertezza, ci sono anche altri fattori in gioco. “Non c’è solo la Brexit”, ha detto Bayles. “Pesano anche i colloqui commerciali Cina-Stati Uniti e l’economia tedesca che è praticamente in recessione. Anche questi fattori incidono in qualche maniera sul clima di fiducia dei broker”. Secondo il sondaggio di Aviva, i broker britannici che prevedono un’espansione della loro attività è pari al 39%, in deciso calo rispetto al 48% del dicembre 2018.
Quello che emerge comunque con forza è il clima di attesa che pervade gli intermediari che sembrano attendere lo schiarirsi delle nubi per guardare al futuro con più positività e ricominciare a investire sul proprio business.