A sentire loro le aziende o si decidono a cambiare il proprio modello di business o rischiano di uscire dal mercato entro i prossimi cinque anni. Secondo la ricerca Kpmg Global CEO Outlook 2019, condotta su 1.300 amministratori delegati di 11 tra le principali economie a livello mondiale, Italia compresa, la pensa così il 71% dei Ceo intervistati, nella convinzione che la crescita delle loro aziende dipenda in primo luogo dalla capacità di mettere in discussione l’organizzazione esistente.
I Ceo sono convinti che sia necessario spingere le proprie aziende fuori dalla comfort zone. E questo significa ripensare la cultura e i valori aziendali, riqualificare le competenze e definire dei modelli originali di partnership.
La grande maggioranza dei Ceo pensa che la cultura da adottare sia quella del fail-fast: per l’84% degli amministratori delegati è necessario imparare ad apprendere in modo tempestivo dai fallimenti, grandi e piccoli.
Guardando al futuro, prevale l’ottimismo. Stando al 66% dei top manager, l’economia globale è destinata a crescere nei prossimi 3 anni. In particolare, il 96% degli amministratori delegati italiani è convinto che la propria azienda abbia buone prospettive di crescita per il prossimo triennio.
Per quanto riguarda le minacce al business, la prima delle preoccupazioni è quella ambientale: infatti, il cambiamento climatico per la prima volta svetta tra gli ostacoli previsti dai business leader internazionale. Non è così, però, per gli amministratori delegati italiani che temono soprattutto (45%) l’emergere di eventuali partiti con politiche protezionistiche, tali da ostacolare il business.
Sintetizzando il report Kpmg Global Ceo Outlook 2019 si può quindi dire che si è entrati in una nuova era di leadership, con l’esigenza di poter contare su Ceo in grado di sperimentare nuove idee e di creare delle organizzazioni estremamente agili.