Le società del colosso asiatico dominano la graduatoria 2019 per fatturato
Nella classifica Fortune Global le imprese di Pechino sono 129 contro 121 Usa. Dieci anni fa erano solo 43. Ma resta prima l’americana Walmart, seguita da Sinopec Group e Royal Dutch Shell
di Ester Corvi
Le aziende cinesi superano quelle americane. Succede nella classifica stilata quest’anno dalla rivista americana Fortune, che mette in fila le maggiori aziende al mondo per fatturato. Nel dettaglio, le imprese cinesi presenti nella graduatoria sono 129 (comprese dieci di Taiwan) contro 121 a stelle e strisce. Dieci anni fa erano solo 43 e venti anni fa appena otto.
Il sorpasso del 2019 è di stretta misura, ma è il risultato del forte dinamismo dell’economia asiatica nell’ultimo decennio, che ha portato le aziende cinesi, in maggioranza sotto il controllo statale, a cambiare pelle, sperimentando una maggiore apertura verso i mercati esteri, che adesso è però messa in crisi dalle tensioni commerciali fra i due Paesi. Un confronto tra due superpotenze che dallo scorso anno influenza l’andamento dei mercati finanziari, passando da fasi di aperto scontro e altre di apparente avvicinamento. Dal fronte commerciale la guerra si è spostata però su quello tecnologio, spingendo Pechino e Washington a un confronto su temi molto sensibili, come quello della sicurezza nazionale. Nei confronti di Huawei il governo americano dallo scontro aperto si è piegato a un atteggiamento più conciliante, ma un altro tempo della partita si giocherà dal 19 agosto, quando scadrà la deroga concessa al colosso della telefonia di Shenzhen.
Tornando alla classifica Fortune Global 500, le società comprese in questo elenco nel 2018 hanno complessivamente generato 32.700 miliardi di fatturato e 2,15 miliardi di profitti, dando lavoro a 69,3 milioni di persone.
Al primo posto c’è il leader globale della distribuzione, l’americana Walmart, con un giro d’affari di 514,4 miliardi di dollari, seguita dalla compagnia petrolifera cinese Sinopec Group (414,6 miliardi di dollari), dal gruppo l’olandese Royal Dutch Shell (396,6 miliardi di dollari), dalla China National Petroleum (393 miliardi di dollari) e dalla cinese State Grid (387 miliardi di dollari), la maggiore società elettrica al mondo. Fra le società cinesi emergenti spicca la tecnologica Xiaomi, che a soli nove anni dalla sua nascita è entrata nella classifica di Fortune, piazzandosi al 468esimo posto. Fra le società quotate a piazza Affari al 24esimo posto, con un fatturato di oltre 175miliardi, c’è la holding Exor della famiglia Agnelli, che tuttavia, avendo sede ad Amsterdam, deve essere considerata olandese. Per trovare una società italiana bisogna allora scendere fino 83esimo posto di Eni , che ha un giro d’affari superiore ai 90 miliardi di dollari, seguita da Enel (89esima con 89 miliardi di fatturato) e Generali (92esima con 88miliardi di ricavi). A distanza ci sono poi Intesa Sanpaolo , Poste Italiane e Unicredit . (riproduzione riservata)
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