Con la nuova legge i vecchi prodotti non possono più raccogliere. E se non si adeguano alla nuova normativa, le masse calano, con l’effetto che ora alcune società ora stanno mandando gli avvisi di chiusura. Come ha fatto Lyxor (SocGen), mentre Mediolanum ha sfondato i 4 miliardi di masse
di Elena Dal Maso
Il mondo dei Pir sta vivendo una fase difficile. Dopo un biennio 2017-2018 di exploit, in cui sono stati raccolti rispettivamente 10,9 e 3,95 miliardi di euro, il 2019 è iniziato in maniera diversa. Il mondo del risparmio gestito sapeva che il governo Lega-M5 Stelle stava lavorando ad una versione Pir2, che ha visto la luce solo il 30 aprile scorso in Gazzetta Ufficiale e che prevede l’investimento minimo per i fondi comuni del 3,5% in pmi e del 3,5% (in tutto il 7% minimo combinato) in fondi di venture capital.
La legge ha efficacia retroattiva a partire dal primo gennaio 2019. I fondi Pir1 nati nel 2017 e 2018 non possono fare nuovi sottoscrittori, perché dal primo gennaio 2019 vige la normativa sui Pir 2. Possono continuare a investire solo i vecchi clienti dei Pir 1 per altri tre anni se vogliono incassare il bonus fiscale previsto. La nuova normativa ha visto fin dalla nascita la contrarietà dei gestori di fondi comuni, secondo cui il 7% minimo di quote del fondo investite in strumenti illiquidi può diventare un problema strutturale in momenti di forte volatilità dei mercati, quando bisogna liquidare parte degli asset anche per le richieste di riscatto dei clienti.
L’effetto è quindi che i fondi Pir 1 che non si sono adeguati alla nuova normativa e che già a fine 2018 avevano visto calare gli asset a causa dei mercati molto contrastati, stanno cominciando a fare due conti e vedere se vale ancora la pena continuare le contrattazioni. Una nota di Lyxor (parte del gruppo Société Générale ) di ieri sera informa per esempio i clienti che la Sicav lussemburghese Lyxor Index Fund ha deciso di liquidare l’Etf Lyxor Italia bond Pir (DR) Ucits Etf (ISIN LU1745467461, Bloomberg Ticker PIRB IM) dal mercato ETFPlus di Borsa Italiana.
Se si va a leggere la scheda informativa del prodotto, ci si rende conto che il fondo gestisce solo 9,8 milioni di euro, con una quota di 9,8374 euro registrata il 24 giugno contro un avvio del fondo, il 26 febbraio 2018, in cui aveva un Nav di 9,974 euro. E che anche un altro etf di Lyxor, Lyxor Italia Equity PIR (DR) Ucits, gestisce asset per solo 10,7 milioni di euro. E’ il terzo fondo della società, Lyxor Ftse Midcap Pir Dr Ucits Etf, che va molto meglio, ha asset per 226,7 milioni di euro e da inizio anno (secondo Borsa Italiana) è salito del 9,73%.
L’Etf Bond Pir del gruppo francese vedrà l’ultimo giorno di negoziazione a Piazza Affari il 17 luglio prossimo e dalle ore 24:00 del 19 luglio le sottoscrizioni e i rimborsi delle azioni verranno interrotti. Il 25 del mese sarà liquidato il fondo sulla base della Net Asset Value (Nav) di quel giorno. Infine il 30 luglio l’importo liquidato sarà posto in pagamento.
Secondo Assogestioni, Lyxor deteneva, alla data del 31 marzo scorso, 301 milioni di euro in gestione suddivisi in tre fondi Pir1, che hanno visto deflussi per 32,6 milioni di euro nel quarto trimestre dello scorso anno. In posizione difficile si trova ora anche il gruppo Allianz , con 308 milioni di euro suddivisi fra due prodotti Pir (sempre alla data di marzo) che da ottobre a dicembre 2018 hanno visto calare le masse per 15,3 milioni di euro e per un altro milione nel primo trimestre di quest’anno. Il gruppo Ersel, invece, con i suoi 201 milioni di euro suddivisi in tre prodotti, ha perso 12,1 milioni nel quarto trimestre del 2018 e altri 8 milioni fra gennaio e marzo 2019.
In ottima forma la best in class, Banca Mediolanum , che ha sempre creduto nella potenzialità dei Pir e negli investimenti dedicati alla crescita delle pmi e dell’economia reale. Il gruppo guidato dall’ad Massimo Doris ha visto le masse andare oltre 4 miliardi a fine marzo (4,018 miliardi), con una raccolta netta di 91,1 milioni a fine 2018 (la performance milgliore nel settore) e di 47,6 milioni nel primo trimestre del 2019. (riproduzione riservata)
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