Il mercato assicurativo italiano è “nel complesso solido, anche con riferimento allo scenario ipotetico di un rialzo dei rendimenti connesso con l’allargamento degli spread (scenario yield curve up)”.
Lo ha detto il presidente dell’Ivass, Fabio Panetta (che è stato nominato alla guida dell’Istituto di vigilanza il 10 maggio scorso al posto di Salvatore Rossi) nel corso della Relazione annuale, precisando che “tra i diversi scenari di stress predisposti dall’Eiopa, è risultato il più pesante in termini di impatto sul requisito di solvibilità per le compagnie italiane, in virtù dell’elevato volume di titoli pubblici italiani che esse detengono (circa 300 mld di euro alla fne del 2018). “In presenza di fattori di debolezza, anche connessi con la concentrazione del portafoglio investimenti, abbiamo già avviato interventi”, ha ricordato Panetta.
La redditività del settore è in calo ma rimane positiva per il settimo anno consecutivo. La flessione dell’utile è significativa nella gestione vita: il risultato è stato inferiore, seppur di poco, ai 2 miliardi di euro nell’anno appena trascorso, rispetto ai 3,5 del 2017, perlopiù a motivo delle rettifiche di valore sui titoli. La modesta contrazione del risultato della gestione danni – circa 2,2 miliardi, rispetto a 2,4 del 2017 – è in buona parte riconducibile al minor apporto del ramo RC auto.
È tornata a crescere la raccolta premi complessiva del mercato nazionale, con un incremento di circa 3 punti percentuali rispetto al 2017. Nella gestione vita la crescita è stata accompagnata da una ricomposizione del portafoglio. I prodotti di ramo I (assicurazioni sulla durata della vita umana) sono cresciuti del 5,5 per cento, dopo due anni di calo; quelli di ramo III (unit e index linked) sono diminuiti del 4,5 per cento.
La produzione dei rami danni è cresciuta nel 2018 del 2,3 per cento, rafforzando la variazione positiva del 2017 (+1,2 per cento). La ripresa della raccolta è dovuta prevalentemente ai comparti salute e property. Dopo sei anni consecutivi di flessioni il comparto auto mostra un’inversione di tendenza (+1,1 per cento rispetto al 2017), da ricondurre all’incremento dei premi per garanzie accessorie in presenza di una sostanziale stabilità della raccolta RC auto.
Nella gestione vita, dal confronto europeo emerge un tema di composizione di portafoglio. Le riserve tecniche connesse a contratti unit e index linked, nei quali il rischio di investimento è in capo agli assicurati, sono arrivate a rappresentare in Italia quasi un quinto del totale del passivo (19 per cento, contro il 14 della Francia e il 7 di Germania e Spagna). Una riflessione su questa tendenza, che rischia di allontanare dall’essenza del prodotto assicurativo, è necessaria, alla luce dell’evoluzione delle dinamiche socio-demografiche, per gli inevitabili riflessi sulla domanda di prodotti con finalità previdenziali e di protezione del risparmio, ma anche della crescente concorrenza di grandi gruppi assicurativi a realizzare e commercializzare prodotti su scala europea, disciplinati da legislazioni di singoli paesi dell’Unione. “È nostra intenzione dare nuovo impulso ai confronti già in corso con l’industria e con il mercato, con l’obiettivo di rivitalizzare le componenti più tipicamente assicurative delle forme di risparmio legate al settore vita”, ha detto Panetta.
Per quanto riguarda la RC auto, Panetta ha sottolineato come negli ultimi cinque anni il premio medio è sceso del 19,5 per cento, dai 515 euro di fine 2013 ai 415 euro di dicembre 2018; si è ridotto il differenziale dei premi sul territorio tra la provincia a più alto costo (Napoli) e quella storicamente a costo più basso (Aosta), dai 380 euro del 2013 ai 237 euro di fine 2018. Nel confronto internazionale il premio medio netto nel 2018 è ancora superiore a quello dei maggiori paesi europei (Francia, Germania e Spagna) ma vi è stata un‘evidente riduzione del divario: da 202 euro nel 2012 a 97 euro nel 2018. Continua a crescere la diffusione delle scatole nere. A fine anno erano presenti nel 22,2 per cento dei contratti a livello nazionale, con valori significativamente più elevati nelle province più esposte al rischio di frode.
Il loro utilizzo ha contribuito alla riduzione dei prezzi delle coperture. Tuttavia, le rilevazioni periodiche cominciano a segnalare possibili effetti di lock-in associati allo strumento: gli assicurati con scatola nera si mostrano meno propensi a cambiare compagnia. È essenziale il completamento della disciplina sulla portabilità delle scatole nere per evitare che la loro diffusione porti con sé effetti indesiderati sul grado di concorrenza del mercato.
Il contrasto dei fenomeni fraudolenti è essenziale per ridurre gli squilibri territoriali. “Stiamo lavorando per rendere l’azione antifrode più efficace e sempre meno dipendente dalla scala dimensionale delle compagnie, nella fase di liquidazione dei sinistri come in quella di assunzione dei rischi. Metteremo a disposizione delle imprese e delle Autorità inquirenti due strumenti fortemente innovativi: la piattaforma per lo scambio di informazioni sui sinistri tra le compagnie e i risultati della network analysis sui big data contenuti nell’Archivio Integrato Antifrode (AIA) gestito dall’IVASS. Nel contempo è stata ulteriormente intensificata l’indispensabile collaborazione con le Procure della Repubblica e le Forze dell’ordine. Permangono margini di miglioramento nella gestione dei sinistri da parte delle imprese: una rinnovata e maggiore attenzione è necessaria con riferimento alle procedure applicative della Convenzione CARD (risarcimento diretto), ancora fonte di inefficienze a causa delle imperfezioni spesso rilevate nei controlli, in tutte le fasi del processo”.
Per quanto riguarda la sanità integrativa, l’IVASS ha ricevuto nel 2018 molti reclami e segnalazioni – anche di Associazioni dei consumatori e di professionisti del settore medico –
per disservizi nelle prestazioni di sanità integrativa: ritardi nella presa in carico delle richieste, informazione carente, eccessiva onerosità delle procedure amministrative da seguire e della documentazione medica da fornire. Le lamentele riguardano compagnie di assicurazione, ma spesso anche soggetti non vigilati da IVASS, come i fondi sanitari integrativi e le società di mutuo soccorso o anche i fornitori di servizi sanitari.
“Emerge chiaramente dalla nostra attività che i consumatori spesso non hanno chiaro chi sia il soggetto responsabile della prestazione sanitaria che deve essere erogata e quindi del disservizio: se il fondo, la mutua, il fornitore dei servizi o la compagnia di assicurazione. Né che abbiano piena consapevolezza delle differenze tra le varie forme di sanità integrativa in termini di regole di funzionamento, presidi di solidità tecnico-patrimoniale e regime dei controlli cui sono sottoposti i diversi operatori. Riteniamo necessario rafforzare trasparenza e chiarezza dei contratti sulle prestazioni sanitarie, da chiunque offerti. Si tratta di un tema delicato con importanti implicazioni, anche sociali. Le compagnie assicurative sono chiamate – è nel loro interesse – a profondere il massimo impegno per evitare incertezze o dirimere eventuali situazioni di controversia legate a disservizi”, ha detto Panetta.
L’IVASS ha da poco avviato una serie di incontri con gli operatori assicurativi che coinvolgono sia il produttore sia i relativi distributori riguardo alle nuove norme dettate dalla IDD.
Essi mirano ad acquisire una visione concreta delle azioni intraprese per adattare i processi interni alla nuova normativa e nel contempo rappresentare le aspettative del supervisore. Sono stati finora coinvolti sei gruppi assicurativi; altri lo saranno a breve.
“Intendiamo fondare il nostro approccio su tre pilastri: articolazione e adeguatezza dei sistemi di governo e sorveglianza della produzione e distribuzione dei prodotti; definizione di strumenti di analisi dei rischi di condotta basati su indicatori quantitativi, in grado di segnalare situazioni di potenziale rischiosità; disciplina di mercato. La lente della vigilanza sarà focalizzata sulla governance e sulle funzioni chiave aziendali, primo e principale “centro di controllo” anche dell’operato della rete distributiva, con un particolare coinvolgimento della funzione di compliance, che andrà pertanto rafforzata. L’approccio tradizionale nella vigilanza sulla condotta di mercato degli operatori del settore assicurativo è da sempre stato guidato da una estrema attenzione alla “voce del consumatore”, in particolare ai disservizi da questi rilevati nella quotidiana interazione con compagnie e intermediari. Per sua natura, tuttavia, tale approccio opera ex post, cioè consente di identificare e correggere disfunzioni che si sono già verificate”, ha sottolineato Panetta.
Per accrescere la capacità di intervenire ex ante IVASS ha definito due modelli di analisi dei rischi di condotta, che integrano la “vista” del consumatore nell’identificare le priorità per l’attività di vigilanza.
Il primo scandaglia i prodotti e le pratiche liquidative; il secondo le reti di intermediari – gli oltre 230.000 iscritti al Registro Unico degli Intermediari (RUI) – con l’obiettivo di individuare indici di anomalia a livello di linea di business, canale distributivo, fino al singolo intermediario. Questo insieme informativo sarà presto integrato con l’utilizzo dei dati sugli “stretti legami” degli intermediari.
La pubblicazione di pochi semplici dati, come le classifiche delle imprese rispetto a reclami e sanzioni ricevuti, ha innescato positive e tempestive risposte dalle compagnie, attesi anche gli impatti reputazionali sui clienti e sull’opinione pubblica.
“Intendiamo pertanto proseguire e affinare gli strumenti di diffusione comparativa dei comportamenti delle imprese nei rapporti con i consumatori”, ha detto Panetta.
“L’innovazione tecnologica nel settore assicurativo pone nuove sfide al mercato e al regolatore. Si deve fare ogni sforzo affinché innovazione digitale e presidio dei processi e dei dati utilizzati procedano congiuntamente. Il crescente utilizzo di sistemi di intelligenza
artificiale porta con sé molteplici questioni aperte; tra queste, in termini di tutela del consumatore, la comprensione dei vantaggi e dei limiti del ricorso ad algoritmi sempre più sofisticati e poco trasparenti, il potenziale impatto sull’applicazione del principio di mutualità”, ha continuato.
Secondo Panetta, “siamo di fronte al non facile compito di ‘regolare senza imbrigliare’. Intendiamo affrontarlo seguendo due direttrici: confronto continuo e rafforzata cooperazione con le istituzioni coinvolte a livello nazionale e internazionale; dialogo aperto e costruttivo con l’industria. Esperienze di sand box sviluppate tra partner accademici e
tecnologici hanno ricevuto piena collaborazione dall’Ivass nello sviluppo di progetti di utilizzo della blockchain a supporto dei processi assicurativi”.
Infine Panetta ha parlato dell’Arbitro Assicurativo: “Stiamo lavorando per dare avvio alle attività del nuovo Arbitro assicurativo. È in atto una stretta collaborazione con gli uffici del Ministero dello Sviluppo Economico per redigere le norme attuative; sono in corso le attività per reclutare e formare il personale e realizzare la piattaforma informatica per la presentazione e l’efficiente gestione dei ricorsi. Di recente, per dare piena ed efficace attuazione alla vigilanza sulla condotta di mercato abbiamo varato un processo di riorganizzazione delle strutture dell’IVASS. Il rinnovato assetto prevede la creazione di un Servizio di Vigilanza sulla condotta di mercato, a presidio della qualità dei prodotti e della correttezza dei comportamenti nella distribuzione e gestione dei contratti assicurativi e nella fase di erogazione delle prestazioni. È stato previsto un nuovo Servizio Tutela del consumatore, con competenze di segreteria tecnica dell’Arbitro assicurativo, sui reclami e sull’educazione assicurativa. Infine, un nucleo di collegamento tra le funzioni di vigilanza assicurerà un indirizzo unitario e un impulso a tutte le attività di supervisione dell’IVASS”.
Per realizzare tali obiettivi l’Istituto intende potenziare e sfruttare al massimo le sinergie già esistenti con la Banca d’Italia; aumentare gli investimenti in tecnologia; incrementare le risorse umane. Per l’avvio dell’Arbitro assicurativo il legislatore ha ampliato di 45 unità la pianta organica dell’istituto, ferma sino ad ora alle 355 unità previste dalla legge istitutiva; una limitazione che, introdotta nel 2012, non è più coerente, né compatibile, con
14 Considerazioni del Presidente il progressivo, rilevante aumento delle competenze attribuite all’IVASS negli ultimi anni.