Il 46° Congresso Nazionale dell’Unione Europea Assicuratori approfondisce il tema dell’innovazione nel welfare.
Medicina predittiva e personalizzata, epigenetica e riprogrammazione cellulare, tecnologie e device d’avanguardia: la risposta ai bisogni di protezione in ambito salute riguarda sempre di più il benessere e la qualità della vita in termini di prevenzione e gestione dei rischi, rispetto alla concezione classica “indennitaria” delle polizze infortuni e malattia.
L’Unione Europea Assicuratori celebra il suo 46esimo Congresso Nazionale a Matera, nell’anno in cui l’Italia ha l’onore di ospitarvi la Capitale Europea della Cultura, con un panel di eventi fortemente incentrati sull’innovazione e sulle nuove tecnologie.
Il taglio del convegno vuole essere culturale, volto a parlare di welfare non solo agli addetti ai lavori, ma alle istituzioni e alle persone che ogni giorno lo vivono e ne sperimentano l’evoluzione.
Il convegno – moderato da Domenico Sammartino, presidente dell’Ordine Regionale dei Giornalisti della Basilicata – si apre con uno scenario sulle trasformazioni che interessano il welfare tra presidio pubblico, spesa privata (ogni famiglia spende in media 5.600 euro, pari al 18,6% del proprio reddito netto) e ruolo delle aziende, grazie all’intervento di Enea Dallaglio, amministratore delegato di Innovation Team – Gruppo MBS Consulting; per poi proseguire con uno spaccato dell’evoluzione delle professioni sanitarie, con focus sui possibili scenari di sostituibilità del fattore lavoro in conseguenza dei processi di automazione, grazie a Luca Cattani, ricercatore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna.
Gli interventi centrali del panel riguardano invece due “nuove frontiere della medicina”: la medicina predittiva e la medicina personalizzata, grazie alla partecipazione di due esponenti del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Anna Moles (Ricercatrice IBCN-CNR e Direttrice Scientifica di Genomnia) e Cristina De Capitani (Primo tecnologo del CNR e Cluster manager Tecnologie per gli Ambienti di Vita). Da un lato si parla della possibilità, tramite l’utilizzo di modelli poligenici di rischio, di identificare la vulnerabilità di una singola persona alle malattie comuni e personalizzare la terapia in base alla costituzione genetica. Dall’altra della possibilità di sfruttare le nuove tecnologie per modificare gli ambienti di vita, rendendoli intelligenti, al servizio dell’utente, costruiti e caratterizzati intorno alle peculiarità del soggetto.
A concludere, con una riflessione sul ruolo dell’intermediario professionale in questo mutato contesto, sarà Roberto Conforti, presidente UEA e, già in diversi consessi, promotore di un’evoluzione del ruolo dell’agente di assicurazione da “venditore di polizze” a gestore dei rischi e dei bisogni di protezione di individui e famiglie.