di Ester Corvi
Un numero crescente di clienti delle società di wealth management è disposto a pagare per i servizi di consulenza, ma quello che si aspetta «è un servizio di advisory a 360 gradi», dice Giovanni Andrea Incarnato, partner EY e responsabile wealth & asset management Italia. EY ha condotto di recente uno studio su 2 mila clienti in 26 Paesi, per comprendere cosa sia importante per loro.
Da questo punto di vista, l’Italia si distingue per alcune caratteristiche. La prima è che i clienti italiani sono meno fedeli alla propria banca rispetto al campione globale. Circa il 45% dei clienti italiani dichiara infatti di voler cambiare il proprio wealth manager nei prossimi tre anni. In secondo luogo, la maggioranza dei clienti mostra interesse per i servizi di consulenza finanziaria e patrimoniale, ma non ne fa ancora uso. I clienti sono inoltre sempre più orientati al digitale, ma non vogliono perdere il contatto di persona con il loro advisor, che resta al centro della relazione con la banca. E infine chiedono più trasparenza sia sulle commissioni pagate sia sulle performance degli investimenti. (riproduzione riservata)
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