Un quarto dei domini dei brand è stato attaccato da cyber criminali. E’ quanto emerge dall’ultimo report di MarkMonitor che ha evidenziato che lo scorso anno, per il 62% dei brand il crimine informatico ha avuto un impatto sul proprio giro d’affari.
Almeno metà del campione interpellato ritiene che la violazione del brand sia cresciuta durante l’anno passato, mentre il 46% ha affermato che le minacce informatiche hanno influenzato lo sviluppo della strategia dei domini. In questo quadro la responsabilità del controllo e della sicurezza dei domini è a compartimenti stagni: nel 46% dei casi del settore IT, nel 16% dell’ufficio legale e nel 13% del marketing.
Solo per il 13% dei brand, la migliore prassi del settore per limitare rischi di errore è quella di ricorrere a un approccio combinato.
Nonostante una maggior consapevolezza sull’importanza dei domini – il 43% afferma che il dominio è parte vitale sia della crescita del brand che della salvaguardia della fiducia del cliente – molte organizzazioni non sono state proattive nella gestione e nella loro sicurezza. Per esempio il 26% dei brand si affida solamente a un avviso per il processo di rinnovo, il 21% dispone di una sola persona che gestisce il processo, mentre soltanto il 25% ha un piano che include una collaborazione interdipartimentale.
La ricerca ha inoltre rivelato che il 39% dei brand ha registrato un dominio generico di primo livello (gTLD) e il 32% di questi ha subito l’impersonificazione del brand e un abuso. Inoltre il 39% dei brand ha affermato che la Brexit ha avuto un forte impatto sulla loro strategia di dominio, così come il General Data Protection Regulation. Quasi la metà degli interpellati (46%) afferma che il Gdpr ha avuto effetti sulla strategia di dominio, mentre il 18% dice che con queste novità trova più difficoltoso proteggersi contro le violazioni.
Fonte: Corcom