Un nuovo studio della Cass Business School di Londra dimostra che, sebbene esistano alcuni indizi che, dopo la Brexit, Londra possa perdere alcuni dei suoi servizi finanziari a beneficio dei competitors dell’UE come Parigi e Francoforte, la City manterrà indubbi vantaggi competitivi. Vantaggi che non saranno facili da rimpiazzare. Almeno nel breve termine.
Il clima d’incertezza sugli accordi finanziari fra Unione europea e Regno Unito nell’era post-Brexit, ha fatto sì che le grandi banche e altre istituzioni finanziarie abbiano pensato a piani d’emergenza e di trasferimento del personale e delle proprie attività nella regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa).
Lo studio esamina il modo in cui le istituzioni finanziarie potrebbero reagire ai due principali rischi che seguiranno la Brexit – incertezza politica e incertezza normativa – e affronta diversi modi di gestire tali rischi. I ricercatori hanno anche testato le previsioni tramite un sondaggio che ha confermato le conclusioni del rapporto.
In assenza di un accordo commerciale globale nel settore dei servizi finanziari – o per lo meno di una chiara indicazione su ciò che un tale accordo potrebbe comportare – le istituzioni finanziarie rischiano di non avere sostituti per i diritti di passaporto, che al momento gli consentono di offrire prodotti e servizi in ogni paese dell’UE. In questo contesto, le banche multinazionali sono di fronte a due opzioni – ristrutturazioni aziendali per trasferire le operazioni e il personale in altri hub finanziari e il modello di delega del management che consente alla banca di scegliere un’entità legale in UE per il passporting e l’intermediate parent undertaking (IPU), pur mantenendo una sede a Londra per altre attività.
Secondo lo studio, il modello di delega del management è una possibile alternativa alla ristrutturazione aziendale grazie alla sua flessibilità che minimizza il rischio di perdita di capitale umano e taglia i costi relativi al trasferimento di personale e mansioni, evitando, al contempo, la perdita di accesso permanente al Regno Unito.
Lo studio sostiene che ci siano una serie di fattori che consentirebbero a Londra di mantenere il proprio ruolo di hub finanziario globale dopo la Brexit. Fra questi il fuso orario, che facilita gli scambi con Asia, USA e Medio-Oriente; il ruolo dominante che detiene con New York per FX e interest rates; il diritto locale e la regolamentazione; l’ottima reputazione di cui godono mondialmente le sue università negli insegnamenti di business e finanza; e l’elevato grado d’integrazione dei mercati finanziari.
Co-autrice del rapporto, la Professoressa Barbara Casu Lukac, direttrice del Centre for Banking Research della Cass Business School, ha affermato che questo studio giunge al momento opportuno, mentre il processo della Brexit si sta protraendo.
“Il nostro studio suggerisce che Londra continuerà a esercitare un ruolo chiave nell’industria globale dei servizi finanziari e nei mercati dei capitali, anche dopo la Brexit. Tuttavia, alcune delle sue attività subiranno le conseguenze del clima d’incertezza politica e normativa dovuto al processo della Brexit. Si tratta di qualcosa a cui i parlamentari britannici dovrebbero consacrare la giusta attenzione.”