All’assemblea che il 13 aprile rinnoverà il cda il ceo Minali porterà i migliori risultati degli ultimi 10 anni. Gli oppositori alzeranno le barricate, ma la lista del board avrà il sostegno dell’azionista Buffett
di Anna Messia
Come sempre avviene quando si chiamano a raccolta centinaia di soci, la prossima assemblea di Cattolica si preannuncia calda. L’appuntamento è per il 13 aprile, quando l’unica cooperativa assicurativa quotata a Piazza Affari dovrà nominare il nuovo consiglio di amministrazione e Cattolica al Centro, storica lista in contrapposizione con il vertice, è pronta a dare battaglia. Movimenti che non sembrano però preoccupare l’amministratore delegato della compagnia, Alberto Minali, arrivato al timone a giugno 2017.
Il bilancio 2018 presentato nei giorni scorsi, il primo della sua gestione, prevede lo stacco di una cedola di 0,4 euro grazie all’utile di 107 milioni, il migliore nell’ultimo decennio. I numeri insomma sono dalla parte di Minali e pronti ad appoggiare la lista del consiglio ci sono anche i soci di capitale, tra cui la Fondazione Banca del Monte di Lombardia (4,9%) e soprattutto Warren Buffett, che a fine 2017, tramite Berkshire Hathaway è diventati primo socio di Cattolica con il 9,05%. A raccontarlo è lo stesso Minali, che in questa intervista a MF-Milano Finanza annuncia anche le prossime mosse riguardo a Banco Bpm , Iccrea, settore immobiliare e Btp…
Domanda. Partiamo dai risultati 2018. Doveva essere l’esercizio della svolta; com’è andata?
Risposta. Grazie all’impegno di tutte le persone che lavorano nella compagnia abbiamo dimostrato che la macchina operativa di Cattolica funziona bene. Abbiamo chiuso con un utile netto in forte crescita a 107 milioni rispetto ai 41 milioni del 2017, mentre il risultato operativo è salito del 42,2% a 292 milioni con un roe pari al 7,5%. Meglio del budget.
D. Eppure c’è stato chi ha avuto da ridire. I rappresentanti di Cattolica al Centro hanno sottolineato che i migliori risultati degli ultimi 10 anni sono implicitamente una critica al presidente Paolo Bedoni, che occupa quella poltrona da 12 anni…
R. Io sono stato chiamato in Cattolica per rilanciarla e avviare un nuovo corso. I numeri ci stanno dando ragione e a chiamarmi al timone è stato proprio Bedoni. Farò parte esclusivamente della lista che sarà presentata dal consiglio uscente. Non ho nessuna intenzione di salire sul carro di qualche eventuale vincitore.
D. Quali sono le probabilità che la lista che si contrappone all’attuale vertice possa vincere all’assemblea? Riusciranno ad avere un rappresentate in cda con il nuovo sistema monistico?
R. La situazione sarà più chiara solo dopo la presentazione delle liste, ossia dopo il 18 aprile. Nel 2018 in occasione del rinnovo del collegio sindacale la lista è arrivata terza, non riuscendo a esprimere alcun rappresentante.
D. Intanto la Fondazione Cariverona ha fatto sapere di apprezzare i conti e di attendere la lista che dovrà rispettare principi di competenza e qualità. E Buffett?
R. Tutti i soci di capitale sembrano pronti ad appoggiare la lista del consiglio, Buffett compreso. Un segnale di apprezzamento del lavoro fatto. Proprio nei giorni scorso ho avuto incontri negli Usa con investitori esteri che credono nei piani di Cattolica. È la dimostrazione che la compagnia ha ora un respiro internazionale. Nel capitale ha grandi investitori istituzionali che ormai detengono circa due terzi delle azioni.
D. Un pilastro del piano è stato l’accordo bancassicurativo con Banco Bpm , su cui la compagnia ha investito 853 milioni. Come sta andando? Ci sono ripercussioni dallo spinoso caso-diamanti?
R. La questione è stata subito all’attenzione del vertice della banca e non ci sono state ricadute negative. Per quanto riguarda l’accordo bancassicurativo, siamo riusciti a partire con un trimestre di anticipo e questo è stato certamente positivo. Ma mentre sul fronte Danni e protezione abbiamo raggiunto risultati superiori al budget, per quanto riguarda il Vita siamo sotto di 900 milioni e ci siano messi al lavoro con il ceo Giuseppe Castagna per rilanciare nuovi prodotti e recuperare già nel 2019 il terreno perso. Anche con Iccrea, dopo essere saliti al 70% di Bcc Vita e Bcc Assicurazioni, stiamo rivedendo in queste settimane i budget, i patti parasociali e gli obiettivi commerciali.
D. Qual è l’assetto su investimenti e Btp?
R. Abbiamo il 54% degli asset in titoli di Stato italiani e contiamo di ridurre tale percentuale a favore asset alternativi, come quelli real o le infrastrutture. Siamo stati per esempio tra le compagnie che hanno aderito al progetto sulle infrastrutture lanciato da Ania, che sta andando avanti. Gli asset immobiliari rappresentano poi il 7% del portafoglio; la percentuale resterà stabile ma gli investimenti nel real estate sono destinati a salire di altri 700-800 milioni per la crescita degli asset in gestione,. Guardiamo a hotel, centri commerciali e residenze per anziani. (riproduzione riservata)
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