La divisione assicurativa staccherà alla capogruppo cedole trimestrali
Maxi assegno in ballo. L’anno scorso, grazie all’utile di 640 milioni, la banca ha percepito dividendi per 452 milioni
di Anna Messia
Intesa Sanpaolo Vita si prepara a pagare dividendi alla capogruppo con maggior frequenza, ogni sei mesi o addirittura ogni trimestre. La compagnia assicurativa controllata da Intesa Sanpaolo ha in programma una doppia riunione assembleare, una il 26 l’altra il 28 marzo, durante le quali saranno portate ai voti alcune modifiche dello statuto, tra cui ci sarebbero appunto le norme che regolano lo stacco delle cedole, come di legge negli annunci pubblicati nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale. I dividendi in ballo sono di tutto rispetto. Il 12 dicembre il cda della compagnia ha deciso di pagare a Intesa Sanpaolo una cedola di 452 milioni, su un utile totale di 640 milioni.
L’attuale meccanismo è però tortuoso, il calcolo della cedola è effettuato sommando i nove mesi dell’ultimo anno con l’ultimo trimestre di quello precedente. Per questo in Intesa hanno deciso di rivedere le norme, semplificandole ma anche rendendo più costanti i flussi cedolari, evitando scossoni all’Indice Solvency II. Le nuove norme che saranno votate in assemblea prevedono la possibilità per la compagnia di staccare cedole nel trimestre o semestre, a vantaggio della banca. La divisione Insurance, guidata da Nicola Maria Fioravanti, rappresenta un pilastro portante del gruppo. Con riserve tecniche per 80,8 miliardi Intesa Sanpaolo Vita (che a sua volta controlla la compagnia danni, Intesa Sanpaolo Assicurazioni) ha chiuso il 2018 con un risultato netto di 672 milioni, in aumento del 5%, e un Solvency Ratio del 215%. Numeri che danno alla società una posizione di leadership nel mercato assicurativo Vita Italia e che rappresentano l’11% del risultato corrente lordo dell’intero gruppo Intesa Sanpaolo . Una percentuale che raddoppia se all’utile si aggiungono anche le commissioni che gli sportelli bancari incassano con la distribuzione delle polizze. Un business che, tra l’altro, continua a crescere anno dopo anno.
Negli ultimi quattro anni la divisione Insurance è cresciuta ad un ritmo del 5% annuo in termini di ricavi e del 6% annuo se si guarda all’utile netto e dopo aver raggiunto la leadership nel Vita la compagnia sta ora spingendo anche sul ramo Danni e sullo sviluppo delle nuove tecnologie, con investimento complessivi nel triennio di 300 milioni. Il tasso di penetrazione delle polizze danni non auto tra i clienti della banca è passato per esempio dal 5,4% di dicembre 2017 al 7,7% della fine dello scorso anno e l’obiettivo è di arrivare ad un livello del 18% entro la fine del piano, previsto al 2021. Non solo. «I premi relativi ai prodotti Casa e Salute sono pressoché raddoppiati e la loro diffusione presso i clienti del gruppo è aumentata al 7,7% di fine 2018 rispetto ai 3,8% del 2016», ha sottolineato recentemente lo stesso Fioravanti, che ha ricordato come il gruppo assicurativo sia intenzionato a collocarsi tra i primi dieci operatori del business della protezione nazionale.
Tra le ultime novità annunciate c’è stato l’ingresso nel capitale della Insurtech Yolo, tramite l’Innovation Ceter della banca. Mentre nei giorni scorsi è stata firmata una partnership con Previmedical (come anticipato da MF-MilanoFinanza lo scorso 5 marzo ) per offrire a tutti i clienti della banca un servizio digitale di gestione e prenotazioni rapide delle prestazioni sanitarie, che prevede sconti dal 10 al 50% nelle strutture convenzionate con la società del gruppo Rbm . (riproduzione riservata)
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