Oggi la banca presenta i risultati 2018. il mercato si attende 4 miliardi di utili
Nei 12 mesi netta riduzione dei deteriorati, che continuerà sul fronte degli utp. Il wealth management dovrebbe tenere nonostante la forte volatilità del mercato. Il rinnovo del cda
di Luca Gualtieri
Intesa Sanpaolo farà oggi un primo bilancio del piano industriale presentato all’inizio dell’anno scorso. I numeri del 2018 consentiranno infatti al mercato di valutare i progressi nella strategia e i risultati raggiunti finora. Un appuntamento importante quindi, soprattutto perché alla vigilia del rinnovo del consiglio di amministrazione previsto per aprile. Secondo il consensus di Bloomberg, Intesa potrebbe registrare per il quarto trimestre un utile netto di 1,04 miliardi di che porterebbe a 4 miliardi i profitti complessivi del 2018, in crescita rispetto ai 3,8 miliardi del 2017.
Al risultato, secondo gli analisti, contribuirà la plusvalenza netta di circa 400 milioni derivante dall’accordo con Intrum che ha alleggerito la banca di 10,8 miliardi di euro di non performing loans. Proprio la qualità dell’attivo è stato uno dei fulcri della strategia nell’esercizio appena concluso. Oltre all’operazione con Intrum, Intesa ha realizzato diverse cessioni mirate che le hanno consentito di rispettare la tabella di marcia prevista dal piano. La strategia al 2021 prevede infatti che i crediti deteriorati scendano a 26,4 miliardi e che l’incidenza sugli impieghi complessivi si riduca al 6%.
Ecco perché i prossimi mesi l’attività di derisking non rallenterà, come ha voluto puntualizzare l’amministratore delegato Carlo Messina al recente forum di Davos: l’accelerazione sulla riduzione degli npl «è assolutamente una priorità. Abbiamo già fatto tantissimo e siamo tornati ai livelli pre-crisi. Faremo ancora di più e questo fa parte del nostro piano d’impresa», ha dichiarato Messina. In particolare, la banca starebbe ragionando su un alleggerimento della posizione in unlikely to pay, i vecchi incagli, con una o più operazioni dall’importo ancora in fase di definizione.
I conti di oggi dovrebbero confermare anche l’attenzione ai ricavi, in particolare quelli da commissione che già da tempo danno un contributo significativo ai bilanci di Intesa attraverso le attività di risparmio gestito. Oltre la metà del risultato corrente lordo arriva infatti dall’attività di gestione (private banking, assicurazioni, wealth management e asset management), mentre il corporate e investment banking e la Banca dei Territori contribuiscono per quote inferiori. Una strategia particolarmente efficace in un periodo in cui il margine di interesse è destinato a restare sotto pressione per il livello di tassi. Non a caso il piano pone grande attenzione al wealth management.
Il rafforzamento in questo ambito dovrebbe passare attraverso l’alleanza con un operatore internazionale che per il momento non sembra comunque imminente. Quanto al private banking, l’obiettivo di Intesa è diventare uno dei primi cinque big in Europa e il secondo nell’Eurozona per masse con un flusso di raccolta netta gestita di 55 miliardi di euro. Obiettivi ai quali i numeri dell’esercizio 2018 si avvicinano, nonostante la forte volatilità sui mercati.
I risultati di bilancio saranno particolarmente rilevanti perché arriveranno a poche settimane dal rinnovo del vertice di Intesa Sanpaolo . Nelle prossime due settimane dovrebbe poi entrare nel vivo la partita per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Le fondazioni dovrebbero infatti recepire la relazione sulla composizione quali-quantitativa ottimale del cda e, sulla base di quel documento, metteranno nero su bianco le prime candidature.
Se la conferma di Messina è fuori discussione, più delicata sarà l’individuazione del presidente. Se una riconferma di Gian Maria Gros-Pietro resta probabile, negli ultimi giorni stanno salendo le quotazioni dell’ex ministro dell’Economia Vittorio Grilli, che oggi appare come il candidato forte. Le alternative sul tavolo sarebbero quelle di Domenico Siniscalco, dell’attuale vicepresidente Paolo Andrea Colombo, di Giovanni Gorno Tempini e del presidente di Cassa Depositi e Prestiti Massimo Tononi. (riproduzione riservata)
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