“L’arbitro bancario e finanziario è una esperienza di successo: lo scorso anno ha ricevuto oltre 30.000 reclami; un analogo sistema per il settore assicurativo, l’arbitro assicurativo, dovrebbe essere avviato, presumibilmente, all’inizio del 2020”.
Lo ha annunciato il direttore generale di Banca d’Italia e presidente dell’Ivass, Salvatore Rossi, al II Workshop su Regolazione e Politiche Finanziarie Comportamentali aggiungendo che “la regolamentazione finanziaria e una efficace vigilanza non possono bastare se i consumatori non sono in grado di comprendere i propri bisogni finanziari e non sanno far valere i propri diritti: una adeguata alfabetizzazione finanziaria è una competenza cruciale affinché i soggetti possano compiere scelte finanziarie coerenti con le proprie esigenze, personali e famigliari”.
Oggi, anche per l’avvento della tecnologia digitale, “i mercati finanziari offrono a chiunque un facile accesso a una gamma pressoché infinita di servizi e prodotti finanziari. Ma la digitalizzazione è un giano bifronte: può enfatizzare alcuni bias comportamentali, come l’orientamento al breve termine e l’agire impulsivo, ma potrebbe anche spingere le persone verso azioni virtuose. Il risultato finale potrà essere positivo solo se i consumatori avranno un buon livello di educazione finanziaria. Costruirsi una adeguata educazione finanziaria è complesso, poiché richiede di lavorare per tutta la vita su 3 dimensioni impegnative: conoscenza, atteggiamenti e comportamenti. L’educazione finanziaria va oltre il semplice fornire informazioni, ha lo scopo di incidere su questi tre fattori, affinché le persone possano perseguire il proprio benessere finanziario”. Per questo, come Ivass “stiamo ora pianificando un’indagine per misurare l’alfabetizzazione assicurativa, un aspetto ancora poco approfondito della capacità finanziaria; anche se si tratta di un concetto innovativo, ci auguriamo divenga un punto di riferimento internazionale”.
Secondo Rossi, “una singola istituzione non può colmare tutte le lacune: il fattore chiave per un’educazione finanziaria efficace è un approccio coordinato a livello nazionale. Infatti, la promozione dell’educazione finanziaria necessita di un’impostazione interdisciplinare e di stretta cooperazione tra le molte parti in causa: il mondo accademico, i privati e la società civile, nonché il settore pubblico, in modo che tutti i diversi punti di vista possano essere considerati, dalla pedagogia alla neuroeconomia”. In sintesi, “dobbiamo sfruttare al meglio tutte le teorie disponibili, le evidenze empiriche e i diversi punti di vista. C’è ancora molto da fare ed è necessario uno sforzo congiunto di tutte le parti interessate”, ha concluso.