Dall’anticipazione dei rendimenti di tutte le gestioni separate delle polizze assicurative emerge che in questo 2018 nero per gli asset finanziari i prodotti del ramo I hanno mantenuto le promesse. Ma riuscire a sottoscriverli non è facile
Si scalda il clima per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni con l’inevitabile avvio del toto-nomine. E per la presidenza spunta il nome dell’attuale numero uno di Banco Bpm , Carlo Fratta Pasini, attuale presidente di Banco Bpm . All’appuntamento mancano ancora più di tre mesi, visto che i vertici di Cattolica arriveranno a scadenza ad aprile prossimo con l’approvazione del bilancio 2018, ma evidentemente quest’anno più di altri il confronto tra i soci della compagnia veronese rischia di accendersi, visti i profondi cambiamenti che si prospettano all’orizzonte. Cattolica è l’unica cooperativa assicurativa quotata in Borsa ma l’hanno scorso la società, fondata nel 1896, ha deciso di rimettere mano con decisione alla governance, facendo spazio ai soci di capitale.
Con l’emendamento alla legge che vincola il 3% verso le pmi quotate, il nuovo flusso favorirà i collocamenti all’Aim. In questi due anni il segmento ha dimostrato di resistere meglio di altri agli scossoni del mercato
I lavori sono in corso non soltanto in casa dei big del calibro di Eurizon e Amundi, ma anche nella boutique Kairos. I fondi Eltif, ovvero i Pir che arrivano dall’Europa, sono pronti a debuttare in Italia nelle prossime settimane e saranno offerti anche al retail. Sono comparti chiusi, e quindi sono assimilabili per impostazione al mondo del private equity, dove la soglia minima di investimento parte da qualche centinaio di milioni di euro. Invece qui il ticket d’accesso è decisamente più popolare, da 10 mila euro, ma i rendimenti promessi sono di pari livello: si parte dal 5% annuo per arrivare anche al 10-15%.

Più welfare per i professionisti. È ancora una volta l’appello lanciato dalla Lapet. «Pur riconoscendo il lavoro che il governo sta portando avanti nell’agenda politica di questi mesi, è altrettanto vero che, in modo particolare per i professionisti, occorre fare di più», ha commentato il presidente nazionale Roberto Falcone invocando la piena attuazione dello Jobs act del lavoro autonomo. Era il 10 maggio 2017 quando veniva approvata definitivamente la legge n. 81/2017 «Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato» (cosiddetto Jobs act del lavoro autonomo). Occorre ricordare che il testo, sin dalle sue prime stesure, aveva già accolto molte delle misure che fin dall’aprile 2015 l’associazione, nell’ambito di Cna Professioni, aveva avuto modo di suggerire a Governo e Parlamento.

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  • Ucciso dalla polmonite curata con la tachipirina Il papà: denuncio i medici
È morto per una polmonite. Diagnosticata quattro giorni dopo le dimissioni dall’ospedale, in cui era stato curato con della tachipirina pensando che avesse una febbre banale. Giovanni Alizzi aveva sei anni, era arrivato al Giovanni XXIII di Bari perché aveva difficoltà a camminare. «Mi fanno male le gambe » diceva nei giorni precedenti al papà Giuseppe e alla mamma Madya. E poi si toccava il torace. Quel polmone in cui si annidava un versamento che il 6 dicembre lo ha ucciso, dopo un altro estenuante ricovero. Se la polmonite fosse in atto già all’epoca del primo ricovero, lo stabilirà l’autopsia, disposta dal sostituto procuratore Baldo Pisani, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Le cartelle cliniche sono già state sequestrate, l’identificazione dei medici e degli operatori sanitari che hanno avuto in cura il piccolo paziente è in corso, perché i passaggi nei reparti dell’ospedaletto dei bambini sono stati tanti. E il calvario lungo. Lunghissimo. Ben cinquantasei giorni, in cui due genitori hanno visto il figlio precipitare nel vortice di una malattia di cui, ancora oggi, non conoscono il nome.

 


  • In arrivo il taglio del cuneo, tariffe Inail ridotte di un terzo
Atteso dalle imprese da diversi anni, arriva il taglio delle tariffe Inail per 600 milioni nella manovra economica. Con un emendamento che il governo presenterà al Senato, si prevede una sforbiciata del 32,72% delle attuali tariffe che sono ferme al Duemila e calibrate su 1,1 milioni di infortuni, mentre attualmente se ne registrano tra i 600 e i 650mila. In virtù del mancato aggiornamento del sistema tariffario, dunque, le imprese da anni si trovano a pagare più di quanto dovrebbero, ma con questo intervento si riduce il sovraccosto che grava sul mondo produttivo.
Con il taglio del cuneo fiscale il governo prova a rispondere alle richieste delle imprese, che hanno lamentato una mancata attenzione nella prima versione della legge di Bilancio 2019.

  • L’«Anno zero» dei consulenti indipendenti
Il primo dicembre 2018 potrebbe essere ricordato come l’inizio di una nuova era per il mondo della consulenza finanziaria in Italia. Con l’avvio dell’«Albo unico dei consulenti finanziari» per gestire i loro risparmi le famiglie italiane avranno a disposizione, oltre ai consulenti di banche e reti, anche professionisti indipendenti certificati e privi di potenziali conflitti di interesse: come qualsiasi altro professionista (dall’avvocato all’architetto) sono infatti pagati solo dal cliente con una parcella e non possono accettare alcun compenso, provvigione o altro beneficio da altri soggetti.

 

  • Arrivano i super-consulenti per le polizze
Riuscirà a prendere piede anche nel settore assicurativo la consulenza a pagamento? Il tema è tornato d’attualità in quanto nel recepimento della direttiva Idd, che riqualifica il ruolo consulenziale potenziandolo in tutta la fase della trattativa, si prevede la possibiltà di fornire consulenza in senso stretto personalizzata e a pagamento. «C’è ancora molta nebbia – spiega Paolo Martinello, presidente di Altroconsumo e avvocato esperto del settore –. Certo è che difficilmente si potranno imporre nuovi balzelli a tutti i consumatori». La consulenza assicurativa a fee è già diffusa in alcuni contesi nel mercato intermediato dai broker assicurativi sul target del cliente imprese. Sono i casi in cui l’intermediario diventa risk manager, magari per una Pmi, con un’attività di analisi, prevenzione e allocazione dei rischi. Diverso è il caso della “vendita con consulenza” richiamata nel Regolamento Ivass numero 40 del 2 agosto 2018 e già indicata nel Codice delle Assicurazioni (comma 3 articolo 119-ter), in cui si prevede che l’intermediario offra, nell’ambito della sua attività, una consulenza sui contratti al fine di formulare una raccomandazione personalizzata.
  • In Italia poco spazio per i veri advisor
«Il mercato italiano non ha sviluppato l’esistenza di consulenti finanziari o assicurativi indipendenti, quali i financial advisor in Inghilterra (che lavorano in modo indipendente per i loro clienti piuttosto che rappresentare una compagnia o una banca). Sarà quindi difficile che si sviluppi a breve la vendita con consulenza richiamata nel Regolamento Ivass numero 40 del 2 agosto 2018 e già indicata nel Codice delle Assicurazioni (comma 3 art.119-ter) poiché il cliente non ha ancora sviluppato un’esperienza nei confronti di questa opportunità». A dirlo è Patrizia Contaldo, head of observatory on insurance market del Centro Studi “Baffi-Carefin” Bocconi.
  • Un quadro di garanzie differenziato
Nella scelta di un consulente pesano tanti fattori. Ma il cliente pensa anche alle eventuali tutele che sono previste a seconda del canale prescelto? Non sarebbe male prendere coscienza anche di questo aspetto. La tutela principale che un cliente ha è la previsione da parte delle norme europee (Mifid 1 e 2) e italiane sull’adeguatezza degli investimenti proposti. Si tratta di una tutela che vale per tutte le tipologie di consulenza. Ma questa tutela ovviamente si esercita in modalità diversa a seconda del tipo di consulente che si sceglie.