Le compagnie segnalano 12 rilievi sul nuovo principio contabile. A sua volta l’Efrag avrebbe deciso di chiedere allo Iasb approfondimenti per circa la metà dei nodi emersi, tanto che adesso si rischia lo slittamento di un anno al 2022
di Anna Messia
Le operazioni di recepimento del principio contabile Ifrs 17 nella legislazione europea sembrano farsi più accidentate, al punto che si comincia a discutere di un rinvio di un anno, dal 2021 al 2022. Per le compagnie di assicurazioni non sarebbe certo un gran problema, considerando che il nuovo principio contabile, che cambia completamente la contabilizzazione nei bilanci dei premi assicurativi, secondo alcune stime rischia di costare al sistema addirittura più di Solvency II in termini di spese amministrative. Ma resta l’incertezza, che porta inevitabilmente con sé altri problemi per il sistema.
Il tema è emerso durante il convegno Oic-Efrag, nel corso del quale il presidente del consiglio di sorveglianza dell’Oic, l’organismo italiano di contabilità, Paolo Gnes, ha fatto riferimento alla diversità di valutazioni tra Efrag (l’organizzazione europea chiamata a valutare costi e benefici dei principi contabili) e le tre authority di settore (Esma-Eiopa-Eba). Le associazioni di categoria delle compagnie assicurative europee avrebbero fatto pervenire all’Efrag ben 12 rilievi sul principio contabile e su circa la metà di questi il board dell’organismo di consulenza della Commissione Europea avrebbe deciso di chiedere un approfondimento allo Iasb. Lavori ulteriori che a questo punto rischiano di far slittare i tempi, mentre le authority di settore sembrano voler tenere il punto sulle scadenze già fissate, mantenendo fermo l’avvio del nuovo principio contabile al 2021.
Si vedrà. A decide sarà lo Iasb, l’organismo responsabile dell’emanazione dei principi contabili internazionali, in una riunione in programma per metà mese. Ma in ogni caso il rinvio non sarebbe un dramma, osserva parlando con MF-Milano Finanza Angelo Casò, presidente del consiglio di gestione dell’Oic, l’organismo italiani di contabilità. «Credo che lo Iasb stia correttamente valutando anche l’aspetto del rinvio. Se vi è l’intenzione di intervenire sul principio per apportare dei miglioramenti, è giusto valutare le implicazioni per le imprese che dovranno applicarli e dei tempi necessari per farlo», dice Casò, che è anche membro del board Efrag. In ogni caso, aggiunge Casò, «il dialogo continuo con le autorità europee è essenziale nel processo di emanazione dell’advice dell’Efrag e non credo che quanto avvenuto debba avere ripercussioni nel processo di endorsement».
Restano però nodi importanti da sciogliere. Come quello che investe molto da vicino i contratti assicurativi del ramo Vita (cosiddetti «partecipativi»), che rappresentano un’area di business importante per l’industria assicurativa europea ed italiana in modo particolare. Il punto è tra quelli dove maggiormente è evidente la discontinuità rispetto al passato. La divergenza di fondo sta sostanzialmente nella forte segmentazione dei portafogli assicurativi richiesta dal nuovo principio contabile rispetto all’attuale impostazione seguita dalle compagnie assicurative, che tende a privilegiare, anche in termini contabili una visione unitaria dei portafogli stessi. Nel corso dei lavori nell’ambito dell’Efrag è emerso che la diversa impostazione prevista dall’Ifrs 17 comporterebbe oneri di processo molto importanti che potrebbero non essere compensati dai vantaggi di una maggiore trasparenza che lo Iasb intende perseguire. (riproduzione riservata)
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