Da inizio anno il totale è 12,28 miliardi dagli 80,5 miliardi dello stesso periodo del 2017. Positivi i prodotti azionari, negativi gli obbligazionari. Tra le società in testa c’è Amundi con 1,38 miliardi
di Paolo Valentini
Raccolta del risparmio gestito positiva, ma con il freno a mano tirato a settembre. In base alla mappa mensile di Assogestioni, il mese scorso si è chiuso con un saldo di 436 milioni di euro dai 2,54 miliardi di agosto, portando il totale da inizio anno a 12,28 miliardi rispetto agli 80,5 miliardi dello stesso periodo del 2017. Si conferma dunque anche dopo l’estate la dinamica in rallentamento degli ultimi mesi e la pressione sul mercato finanziario italiano, in preda alle tensioni politiche sulla manovra, non ha di certo aiutato. In particolare, le gestioni collettive sono risultate in rosso per 804 milioni (+1,15 miliardi in agosto con un +9,87 miliardi da gennaio) a causa di deflussi per 1,29 miliardi dai fondi aperti (che in agosto erano invece in attivo per 643 milioni, per un totale di 8,27 miliardi da inizio anno), mentre sono positivi per 493 milioni i fondi chiusi (507 milioni in agosto e 1,59 miliardi da gennaio). E nelle gestioni di portafoglio sono confluiti 1,24 miliardi (1,39 miliardi in agosto, con 2,4 miliardi nei nove mesi), di cui -616 milioni per quelle retail (-24 milioni in agosto e -1,74 miliardi da inizio anno) e +1,85 miliardi per le linee istituzionali (1,41 miliardi in agosto e 4,12 miliardi da gennaio). Il dato di raccolta di settembre insieme con l’effetto-mercati ha fatto salire il patrimonio gestito dall’industria a 2.054 miliardi dai 2.049 miliardi di fine agosto, di cui 1.051 miliardi nelle gestioni collettive e 1.002 miliardi in quelle di portafoglio.
Quanto ai dati dei soli fondi aperti, si evidenzia la crescita degli azionari. Se a trainare la raccolta sono stati i fondi monetari con 560 milioni (493 milioni in agosto, ma in rosso da inizio anno per -376 milioni), subito dopo si piazzano i bilanciati (526 milioni dai 429 milioni di agosto e 9,8 miliardi nei nove mesi) e gli azionari (520 milioni da 31 milioni di agosto, per un totale di 4,89 miliardi da inizio anno). Mentre restano sempre negativi gli obbligazionari (-2,23 miliardi dai -761 milioni di agosto, con un saldo di -19,2 miliardi nel periodo) per via dei movimenti al rialzo dei tassi. Si segnala, inoltre, la ceduta in territorio negativo dei flessibili, finora protagonisti della raccolta da inizio anno con 12,94 miliardi. Questi fondi, che danno carta bianca al gestore di spaziare tra le varie asset class, hanno registrato un risultato negativo per 660 milioni dai +451 milioni di agosto (+12,34 miliardi da gennaio).
Sul fronte del passaporto, i fondi aperti di diritto italiano restano sempre sotto la parità con flussi a settembre pari a -1,47 miliardi e -256 milioni da gennaio. Al contrario, i fondi di diritto estero hanno registrato una raccolta positiva per 178 milioni con 8,53 miliardi nei nove mesi.Tra i singoli gruppi, primo per raccolta è risultato Amundi con 1,38 miliardi (di cui 1,14 miliardi sui fondi aperti), seguito da Poste con 795 milioni (di cui 827 milioni relativi a mandati istituzionali e -31 milioni sui fondi), dal gruppo Intesa Sanpaolo con 530 milioni tra i 469 milioni raccolti da Eurizon (grazie agli 817 milioni di gestioni istituzionali, mentre sono in rosso per 74,5 milioni i fondi e per 274 milioni le gestioni retail) e Fideuram con 61,2 milioni (anche in questo caso il risultato del mese è stato trainato dai comparti istituzionali con 85,9 milioni, mentre i fondi sono a -8,2 milioni e le gestioni retail a -16,5 milioni). Tra i big del settore, Generali ha segnato un saldo negativo per 945 milioni e la compagnia segnala, anche questa volta, che il dato è da attribuire a movimenti all’interno del gruppo assicurativo.
Considerando gli altri operatori di maggiori dimensioni, bene Anima con 312 milioni (di cui 242 sui fondi aperti), deboli Ubi (23,5 milioni) e Mediolanum (-1,8 milioni) e in rosso Azimut (-159 milioni). Gli esteri vedono sotto la parità con -240 milioni Jp Morgan Am (che con 36,7 miliardi resta comunque il maggior gestore estero senza una propria rete di distribuzione in Italia), Invesco (-339 milioni), Deutsche Bank (-290 milioni), M&G (-377 milioni), Schroders (-379 milioni), Franklin Templeton (-162 milioni), e Allianz (-67 milioni). Positivi invece Morgan Stanley con 57 milioni, Bnp Paribas con 60,2 milioni e State Street Global Advisors (147 milioni). (riproduzione riservata)
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