Il mercato globale M&A è calato per la prima volta per il quarto trimestre consecutivo, secondo le ultime rilevazioni del Willis Towers Watson’s Quarterly Deal Performance Monitor (QDPM). Nel corso degli ultimi due anni, gli acquirenti non sono andati nemmeno vicini al raggiungimento di una performance che fosse positiva in modo significativo, con le operazioni tra i 100 milioni e i 10 miliardi di dollari che sono rimaste mediamente l’1,18% al di sotto del Global Index.
Andrea Scaffidi, Senior Consultant and Head of Flexible Benefits, ha commentato: “Gli acquirenti europei sono in testa grazie alla loro costante performance positiva negli ultimi sei trimestri. L’Europa è stata l’unica regione con una performance in crescita rispetto all’Index nell’ultimo trimestre. Ciò potrebbe essere dovuto in parte alla relativa stabilità europea in un momento in cui altre regioni del mondo sono afflitte da guerre commerciali incombenti, obblighi normativi e tensioni geopolitiche”.
Basate sulla performance del valore azionario, alcune delle rilevazioni più importanti della ricerca globale Willis Towers Watson, realizzata insieme a Cass Business School, sono:
· Gli acquirenti europei sono in controtendenza rispetto al calo globale grazie a una performance positiva che ha superato l’indice regionale del 2,88%. Un risultato ottenuto nonostante fossero frenati dagli acquirenti del Regno Unito, che hanno chiuso il trimestre in calo del 2,66% rispetto al proprio indice.
· In contrasto con gli scarsi risultati degli acquirenti britannici, le scalate alle aziende del Regno Unito da parte di operatori stranieri hanno registrato un andamento positivo per tre trimestri di seguito, compreso l’ultimo in cui hanno superato l’indice regionale del 17%.
· Gli acquirenti in Nord America sono risultati in calo dell’1,9%. La performance delle aziende dell’Asia-Pacifico è stata la peggiore di tutte, con un calo del 7,8%, chiudendo in negativo il settimo trimestre consecutivo.
· Prendendo in considerazione come arco temporale gli ultimi tre anni, gli acquirenti europei sono in testa grazie alla costante performance positiva negli ultimi sei trimestri (6,6%), seguiti dalle aziende dell’Asia-Pacifico e del Nord America, che hanno registrato una performance complessivamente positiva nello stesso periodo (4,3% e 0,4%).
· La performance globale degli ultimi tre anni è nel complesso positiva (1,9%), così come la performance dal 2008, anno d’inizio dello studio (3,1%).
“I mercati finanziari restano solidi, gli operatori europei mantengono buone performance e i dati di lungo periodo dimostrano che le aziende attive sul mercato M&A ottengono sempre performance migliori di quelle che si tengono alla larga dalle operazioni. Nonostante queste premesse incoraggianti, le operazioni M&A hanno fatto molta fatica negli ultimi due anni a creare valore per gli azionisti. Con le sfide che si affacciano oggi all’orizzonte, l’interrogativo è se gli operatori hanno appreso la lezione della crisi finanziaria del decennio scorso, quando gli operatori impreparati e troppo sicuri di sé sono rimasti scottati.
La performance finora fiacca nel 2018 ha posto gli operatori sotto una grande pressione per ottenere risultati vincenti nell’ultimo trimestre. Il trucco, come sempre, è svolgere le operazioni di M&A nella maniera corretta. Una due diligence rigorosa e critica è fondamentale per il successo dell’operazione, così come la pianificazione dell’integrazione e un focus sulle persone strumentali per la sua realizzazione. Questi elementi rivestono da sempre un ruolo centrale per il successo dell’intermediazione come strategia di crescita e sono essenziali oggi, se vogliamo vedere una ripresa entro la fine dell’anno”, ha concluso Scaffidi.