Le assicurazioni di Autostrade non bastano per compensare tutti i danni di Genova. Le carenze maggiori riguardano la responsabilità civile mentre i 300 milioni di massimale previsti per il rischio property potrebbero bastare a ricostruire il nuovo ponte
di Anna Messia
Le polizze assicurative potrebbero coprire solo una parte piuttosto limitata degli ingenti danni che Autostrade potrebbe essere chiamata a sostenere in conseguenza della tragedia di Genova. Le responsabilità sono ovviamente ancora tutte da accertare ma nei giorni scorsi sono già emersi i nomi delle compagnie con i quali la società autostradale aveva scelto di assicurare i propri rischi e ora iniziano a venire alla luce anche le prime indiscrezioni sui contratti assicurativi stipulati, con la cifra dei rimborsi che, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, si potrebbe limitare a poco più di 400 milioni. In prima linea, come noto, c’è Swiss Re capofila del pool di assicuratori e riassicuratori composto dai tedeschi di Allianz e da Talanx, il gruppo che fa capo ad Hannover Re.
Subito dopo il crollo del ponte Morandi i riassicuratori di Swiss Re si era affrettati a far sapere di essere coinvolti in prima linea nella tragedia e avevano aggiunto di essersi subito «messi al lavoro per supportare i propri clienti per il sostegno alle persone coinvolte e ai loro familiari». Ma la protezione offerta dalle compagnie potrebbe essere una coperta piuttosto corta per il gruppo autostradale guidato da Giovanni Castellucci e che vede Fabio Cerchiai alla presidenza. Cerchiai è un manager decisamente esperto di assicurazioni visto che, tra i tanti incarichi di primo piano ricoperti in passato, è stato anche amministratore delegato di Generali in Italia ed è stato a lungo presidente dell’Ania, l’associazione delle compagnie di assicurazione. A fare i primi calcoli sul possibile coinvolgimento delle compagnie assicurative nella tragedia del crollo ponte di Genova erano stati nei giorni scorsi gli analisti di Jp Morgan Cazenove che avevano ipotizzato che il crollo, costato la vita a 43 persone, si sarebbe potuto tradurre in un conto per il settore assicurativo e riassicurativo compreso tra 400 e 600 milioni di euro.
Per gli analisti si trattava di stime necessariamente provvisorie ma dalle loro prime analisi l’impatto sui conti delle compagnie appariva già piuttosto limitato, ovviamente a scapito di un intervento diretto di cui dovrà farsi carico direttamente Aspi. Per Talanx, gli analisti di Jp Morgan Cazenove hanno stimato in particolare una perdita sui conti di circa 20 milioni, per Allianz circa 50 milioni e per Swiss Re, capofila del pool l’impatto atteso sarebbe di circa 70 milioni di euro. Nei prossimi giorni bisognerà leggere attentamente i contratti, avevano però aggiunto da Jp Morgan Cazenove e ora iniziando appunto ad emergere i primi elementi. Le carenze maggiori, secondo quanto risulta a MF-MilanoFinanza, riguarderebbero le richieste di danni per responsabilità civile, ovvero i danni provocati ai terzi coinvolti. La copertura property, ovvero quella legata direttamente al ponte, prevederebbe una massimale di danni di circa 300 milioni. Cifra che potrebbe essere sufficiente a ricostruire, a spese di Autostrade, il nuovo ponte, anche se a questo importo dovranno aggiungersi i costi di demolizione delle parti del ponte rimaste in piedi. Costi che, vista la complessità della demolizione, potrebbero essere ingenti. Ma i problemi maggiori sembrano presentarsi sul fronte della responsabilità civile, visto che su questo tipo di rischio i massimali assicurati dalle polizze di Aspi, pari a circa 100 milioni, sembrano essere decisamente bassi rispetto ai danni che si preannuciano. L’intervento delle assicurazioni rischia quindi di posizionarsi nella parte bassa della forchetta stimata da Jp Morgan Cazenove anche se a quella somma potrebbero aggiungersi altri rimborsi per le polizze di responsabilità civile degli amministratori (le cosiddette D&O). Ma anche in questo caso le responsabilità sono ancora tutte da verificare. (riproduzione riservata)
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