Il gruppo Itas assicurazioni nei giorni scorsi ha deliberato l’istituzione della nuova gestione separata denominata Formula Fondo, prima esperienza nel mercato italiano di una gestione separata con fondo utili la cui regolamentazione è stata di recente approvata dall’Ivass. «Con tale gestione la compagnia intende lanciare un prodotto a basso livello di rischio, ma con aspettative di redditività stabile mediamente superiore alle altre gestioni separate presenti sul mercato» spiegano dal gruppo. D’altronde la riforma dell’Ivass delle polizze vita tradizionali è proprio volta al rilancio di questi prodotti.
Come ha spiegato il presidente dell’istituto di vigilanza Salvatore Rossi: «L’indebolimento dei tradizionali prodotti vita di ramo I, che da sempre sono la forma di risparmio più sicura per le famiglie, a favore di prodotti più finanziari, è uno dei fattori che l’Ivass ha considerato quando, nella seconda metà del 2017 e dopo un’ampia consultazione del mercato, ha cambiato la regolamentazione in materia di gestioni separate, quelle a cui sono collegate le tradizionali polizze vita rivalutabili».
Rossi ha aggiunto: «Le gestioni separate sono sempre state molto apprezzate dagli assicurati perché coniugano le prestazioni assicurative con la garanzia di un rendimento minimo e con extra-rendimenti stabili nel tempo. Le nuove norme regolamentari affinano il calcolo del tasso medio di rendimento, eliminando nei nuovi contratti l’obbligo per le compagnie di retrocedere subito agli assicurati eventuali plusvalenze da vendita di attività; consentendo invece di accantonarle in un fondo utili e darle agli assicurati entro otto anni. È una misura che accresce la stabilità nel tempo del rendimento delle polizze, non togliendo agli assicurati un centesimo, ma semplicemente spalmando le plusvalenze su più anni, così compensando le annate magre». Infatti il nuovo meccanismo permette alle compagnie di accantonare le plusvalenze nette realizzate dalla vendita dei titoli in portafoglio immagazzinandole in un fondo di riserva ad hoc per poterle spalmare nel giro di otto anni.
Prima le plusvalenze realizzate dovevano, invece, essere distribuite subito ai sottoscrittori, per cui le gestioni, per evitare di impoverire i rendimenti degli anni futuri, si sono tenute in pancia i Btp, accumulando un tesoretto di capital gain. Ma se i tassi torneranno a salire stabilizzandosi su valori più alti, il valore di mercato di questi titoli in portafoglio scenderà, riducendo le attuali plusvalenze. Quindi, proprio in vista di un futuro rialzo dei tassi, le nuove norme Ivass permetterebbero di imputare su più anni i capital gain generati dalla vendita prima che il costo del denaro salga, aumentando le possibilità di guadagni in conto capitale.
L’intervento dell’Ivass va quindi nella direzione di proteggere il più possibile la redditività delle gestioni separate, con l’obiettivo di far tornare alle compagnie l’interesse su questi prodotti assicurativi che, in ogni caso, garantiscono al cliente di ricevere almeno il capitale investito. Le nuove regole varranno per i nuovi contratti stipulati d’ora in poi e solo nel caso in cui le compagnie decidano di adottarle (hanno anche la possibilità di restare ancorate al precedente regime regolatorio). I vecchi contratti rimarranno gestiti in base alle vecchie previsioni. Visto che sia i contratti vecchi sia quelli nuovi insisteranno presumibilmente sulle stesse gestioni separate (salvo la creazione di nuove gestioni), le imprese dovranno avere una sorta di doppia contabilità.
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