di Andrea Cabrini
Philippe Donnet arriva poco prima delle sette al 39mo piano della nuova Torre Generali a Citylife. Disteso e senza cravatta, nella intervista a Class Cnbc (www.milanofinanza.it/video) commenta i risultati dei primi sei mesi, la riorganizzazione del top management, il lavoro sul nuovo piano industriale e il rischio Italia sui mercati.
Domanda. Donnet, innanzitutto guardiamo dentro la vostra semestrale. Quali sono i fattori chiave?
Risposta. Innanzitutto sono ottimi risultati, e sono dovuti alla esecuzione molto disciplinata del nostro piano strategico. La raccolta netta del vita è molto positiva e la redditività cresce. Abbiamo migliorato ulteriormente il combined ratio danni nonostante eventi catastrofali. E le attività di asset management sono in linea con il piano che abbiamo annunciato l’anno scorso. Abbiamo migliorato anche la qualità di questi numeri, che oggi sono più sostenibili.
D. Con quest’anno il piano industriale si sta completando. Come imposterete il prossimo?
R. Sarà un piano diverso perché siamo in una situazione molto diversa e dovremo affrontare nuove sfide.
D. Avete ceduto asset per un miliardo e mezzo in pochi mesi. Le dismissioni sono finite?
R. Sì. Siamo arrivati alla fine del nostro programma di vendite con sei mesi di anticipo, superando il target di un miliardo. Ma un’altra ottima notizia è la firma per la vendita Generali Leben in Germania.
D. Il mercato si è interrogato sul prezzo di questa cessione (incasso complessivo fino a 1,9 mld di euro, ndr). Come ci siete arrivati?
R. Siamo partiti dalla decisione di mettere la società in run off. Quindi abbiamo fatto il benchmark del prezzo contro la gestione interna del run off. La vendita è risultata più conveniente della gestione interna.
D. Ora dove reinvestirete?
R. In buone opportunità per i nostri azionisti, ma oggi non posso dire altro.
D. Intanto da settembre cambia la vostra organizzazione al vertice. Arriva un nuovo general manager, Frédéric de Courtois, entra un nuovo cfo, Cristiano Borean. Qual è la visione dietro questi cambiamenti?
R. È semplice: vogliamo avere un organizzazione che sia funzionale alla nuova strategia e al prossimo piano industriale. Questa richiederà un maggiore coordinamento tra le diverse funzioni di head office e le business unit. Quindi ci è sembrato normale creare la nuova figura del general manager, che avrà un ruolo importante di coordinamento delle funzioni di head office.
D. Così dopo il numero uno anche il numero due del gruppo è un manager francese. Non c’erano italiani in grado di ricoprire quella posizione?
R. Siamo un gruppo internazionale e io non guardo il passaporto dei manager: prendo il profilo giusto per la posizione giusta. Abbiamo ritenuto De Courtois avesse il profilo giusto per la posizione.
D. Nonostante tutto in borsa Generali tratta oggi ai livelli di inizio anno, che poi sono gli stessi dell’agosto 2013.
R. Posso solo dire che da un po’ di tempo abbiamo sovraperformato l’indice assicurativo. Quindi facciamo meglio dei nostri concorrenti.
D. Intanto in Italia la crescita rallenta e i mercati sembrano attendere un passo falso del paese. C’è chi si aspetta una estate di tensione per i Btp e Piazza Affari.
R. Io non sono preoccupato. Ho trovato la reazione dei mercati sullo spread esagerata. A noi questo non ha creato problemi perché la posizione di capital di Generali è talmente solida che siamo capaci di assorbire gli shock. Vedremo a settembre la legge di bilancio. Bisogna continuare sulla strada delle riforme. Sono convinto che sia proprio quello che il Paese farà. (riproduzione riservata)
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