PREVIDENZA

Autori: Silvin Pashaj e Maria Elisa Scipioni
ASSINEWS 299 – luglio/agosto 2018

Dal 1° gennaio 2013 l’età per raggiungere l’agognata pensione è calcolata in base alle aspettative di vita, come recita l’ultima riforma Monti-Fornero. Ma non solo. Anche il quantum è conseguentemente adeguato alla speranza di vita attesa. Un processo iniziato con la riforma Dini del 1995 e proseguito negli anni, sino all’ultima ed esasperata accelerazione subita con la riforma pocanzi citata.

Ma facciamo un piccolo passo indietro, per spiegare bene cosa in effetti è successo. Il sistema contributivo delle pensioni, introdotto dalla riforma della legge 335/95 (riforma Dini), ha nell’equità attuariale del calcolo uno dei punti di forza più qualificanti. La pensione viene calcolata con i coefficienti di conversione del montante individuale, che sono espressione dell’effettiva speranza di vita, come rilevata dai censimenti demografici. La legge 247/07 ha poi previsto la revisione automatica triennale dei coefficienti per rispecchiare questa effettiva evoluzione demografica.

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