I sottoscrittori di fondi comuni italiani a fine 2017 erano 7,2 milioni, oltre 500 mila in più rispetto al 2016. L’incidenza del numero degli investitori sul totale della popolazione italiana ha raggiunto il 12%. La metà dei risparmiatori detiene fondi per più di 14.400 euro. È quanto è emerso dal più recente Quaderno di ricerca di Assogestioni. Lo studio permette di tracciare un identikit dell’investitore in fondi comuni italiani: è uomo (ma il divario con la presenza femminile è sempre più ristretto), ha 59 anni, risiede nel Nord Italia e investe in media 31.200 euro.
«L’aumento dei sottoscrittori è da ricondurre principalmente al successo registrato dai Pir, i piani individuali di risparmio, nell’anno del loro debutto sul mercato», ha spiegato Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio studi dell’associazione «Gli italiani che investono in fondi domestici Pir compliant sono più di 690 mila, circa 800 mila includendo i fondi esteri. Per la metà si tratta di investitori che si affidano per la prima volta ai prodotti di gestione collettiva. Questi numeri superano di parecchio le previsioni governative e testimoniano il notevole successo che questo prodotto ha riscosso presso un’importante fetta di investitori». «Nell’ultimo anno si è registrata una dinamica dovuta all’introduzione dei Pir che ha portato a un raddoppio della quota di sottoscrittori che investono prevalentemente in fondi bilanciati», ha detto Rota. La modalità di investimento preferita dal 68% degli investitori è il versamento unico (Pic). Negli ultimi anni è aumenta la quota (20%) di coloro che hanno fatto ricorso in via esclusiva ai piani di accumulo (Pac), più diffusa tra i giovani che così possono investire in fondi comuni anche con somme molto piccole.
Sui fondi Pir compliant, il patrimonio mediamente detenuto dai sottoscrittori di questi prodotti è pari a 13.670 euro. La metà di essi ha investito più di 10mila euro e il 17% ha sottoscritto un ammontare intorno ai 30mila euro, cifra massima consentita annualmente per poter beneficiare dell’agevolazione fiscale.
La ricerca analizza le informazioni sugli investitori individuali in fondi comuni residenti in Italia a fine 2017 e approfondisce aspetti come il tasso di partecipazione, le caratteristiche anagrafiche, la distribuzione geografica, le scelte allocative e le modalità di investimento. L’indagine include per la prima volta anche dati sui fondi Pir compliant.
«La distribuzione del patrimonio mostra un’elevata concentrazione, simile a quella della ricchezza totale delle famiglie italiane il primo 10% di individui per importo investito detiene la metà del patrimonio complessivo e metà dei sottoscrittori investe più di 14.400 euro, valore che rappresenta il patrimonio mediano». Le donne oggi sono il 47% dei risparmiatori. La fascia di età 46-65 anni pesa per il 40%».
Lo studio analizza anche la distribuzione per area geografica di residenza. Il 65% circa degli investitori risiede al Nord, il 18% nel Centro e il restante 17% nel Sud. I livelli di partecipazione regionale più alti si registrano in Emilia-Romagna (19,2%), Lombardia (17,5%) e Piemonte (17,1%); valori che calano gradualmente andando verso Sud.
L’analisi dei dati relativi alle tipologie di fondi più presenti nei portafogli dei sottoscrittori indica che il 36,4% di essi concentra i propri investimenti sui fondi flessibili. Seguono quelli nei comparti obbligazionari (28,1%), bilanciati (10,9%) e azionari (6,9%).
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