di Elena dal Maso
Sarebbe pericolosissimo tenere nuove elezioni ad aprile. Intesa Sanpaolo a causa della volatilità provocata dall’interezza politica nell’ultimo mese ha perso 10 miliardi di euro di capitalizzazione e, se scende di altri 10, diventa contendibile. Lo ha detto ieri il ceo della banca Carlo Messina ricordando che, prima dell’improvvisa risalita dello spread e del crollo dei mercati Intesa capitalizzava «53-54 miliardi di euro, che ne facevano la terza banca in Europa, mentre oggi il valore di borsa è 43 miliardi, che ne fanno la quinta banca». Il pericolo nasce dal fatto che «nel mondo delle banche internazionali conta il valore che tu hai o il tuo grado di difendibilità nel caso ti vogliono acquisire. E’ ovvio che se scendi a 33 miliardi sei contendibile nel contesto europeo». Messina ci ha tenuto però anche a rassicurare il mercato, sottolineando che il Paese è fortissimo, «solido e con i fondamentali a posto». In tema di strategie il numero uno della banca ha detto che non intende vendere Eurizon, la società di risparmio gestito del gruppo. Piuttosto, cerca un partner per crescere ulteriormente e della newco che si verrebbe a crearsi vuole mantenere la maggioranza. Nei giorni scorsi si è parlato di una possibile cessione del 10-30% di Eurizon al colosso americano Blackrock. Al riguardo Messina ha commentato che la banca «sta parlando anche con altri player a livello mondiale oltre che con Blackrock. Ma in ogni caso «non venderemo mai risparmio italiano come hanno fatto altri», ha aggiunto dando una stoccata a Unicredit , che a fine 2016 ha ceduto Pioneer ad Amundi. Messina ha poi espresso un giudizio positivo sulle parole pronunciate martedì scorso dal ministro dell’Economia Giovanni Tria in merito alla necessità di ridurre il debito e di mantenere l’equilibrio dei conti pubbblici, anche se «probabilmente andavano dette un mese fa». Messina ha aggiunto che «ridurre debito e disoccupazione sono le due priorità assolute per il Paese». Sull’ipotesi di creare una banca pubblica Messina ha sottolineato che non si tratterebbe di una minaccia per Intesa , che non investirà più direttamente nel capitale delle aziende anche se continuerà ovviamente a finanziare l’economia reale del Paese. «Non è quello il mestiere della banca», ha concluso Messina. (riproduzione riservata)
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