La saldatura realizza l’unione di pezzi metallici, principalmente per azione di una fonte di calore (combustione di miscele gassose, arco elettrico, laser, plasma etc.). Le alte temperature raggiunte causano l’emissione nell’ambiente di un insieme complesso di gas, vapori e particelle che costituisce i “fumi di saldatura”. La composizione di detti fumi dipende dai materiali di partenza e/o d’apporto (usati in un particolare tipo di saldatura chiamata brasatura), dai materiali di consumo (es. elettrodi, fondenti) e dalla tecnica impiegata.
L’inalazione prolungata dei fumi può provocare vari danni all’organismo umano. Per minimizzare il rischio di esposizione è consigliabile scegliere tecniche a bassa emissione di fumi. Qualche esempio: saldatura ad arco con protezione di gas inerte anziché con elettrodo fusibile, brasatura mediante leghe d’apporto senza metalli tossici (es. cadmio). A prescindere dal tipo di saldatura, è bene rimuovere preliminarmente gli eventuali residui dai pezzi. Fondamentale è un’efficace ventilazione dei locali di lavoro, meglio ancora se integrata con dispositivi di captazione dei fumi collocati in prossimità delle singole postazioni, quali: cappe, bracci aspiranti flessibili e orientabili, torce per saldatura ad arco con aspiratore incorporato. Un’importante misura di tutela della salute degli addetti è, inoltre, rappresentata dalla sorveglianza sanitaria degli stessi da parte del medico competente.
Ove reso necessario dagli esiti della valutazione dei rischi, vanno forniti idonei DPI per le vie respiratorie, comprendenti: maschere munite di filtri “combinati” (ossia in grado di proteggere contemporaneamente contro aeriformi e particelle), elettrorespiratori con casco e respiratori isolanti. È indispensabile che questi ultimi siano disponibili, se si lavora in spazi confinati o comunque poco aerati.
Fonte: DATI INAIL