CATASTROFALI
Autore: Fabrizio Mauceri
ASSINEWS 298 – giugno 2018
Premessa
L’approccio alla copertura assicurativa delle garanzie catastrofali nel mondo è abbastanza diversa da paese a paese. Si va dalle coperture assicurative obbligatorie, a quelle semi obbligatorie con limiti di risarcimento, costi e capacità del sistema sostanzialmente variabili. L’unico filo conduttore di una attenta analisi di confronto fra paesi altamente sismici e l’Italia è sicuramente il fatto che il nostro paese si colloca all’ultimo posto in tutti i settori analizzati.
Dalla breve esposizione che segue, infatti, la cosa che salta maggiormente all’occhio è la distanza siderale che separa lo stivale da qualsiasi altra realtà presa in considerazione, collocando il bel paese sicuramente nel terzo mondo assicurativo.
Tipologia di copertura e governance
L’approccio nei paesi ad alto rischio sismico è il più vario.
In Italia nulla è normato da parte dello Stato e la governance è totalmente privata con una copertura volontaria da parte degli utenti e con nessun vincolo a contrarre a carico delle compagnie.
In Turchia e in Romania invece vige l’obbligo legislativo a sottoscrivere una copertura assicurativa e le compagnie sono obbligate a contrarre. La governance è mista pubblica e privata, con forte impegno da parte delle compagnie e con il controllo delle regole operato da parte dello stato.
In Francia ed in Belgio, la governance è simile, ma la tipologia di copertura è semi obbligatoria (ossia è obbligatoria solo per coloro che stipulano una polizza incendio con obbligo delle compagnie a contrarre).
In Nuova Zelanda e Spagna la governance è totalmente pubblica, con un ruolo forte dello Stato in ogni fase (compreso quello di riassicuratore di ultima istanza) a fronte di una tipologia sempre semi obbligatoria.
Infine, in California e Giappone vige un sistema volontario da parte degli assicurati con obbligo da parte delle compagnie a contrarre. In questi ultimi due paesi infine la governance è totalmente pubblica, con lo Stato che controlla ogni processo.
Eventi coperti
Alluvioni, terremoti, frane e smottamenti in Belgio, Romania. Solo terremoto in California, Giappone e Turchia. Eruzioni vulcaniche, terremoti, alluvioni e tsunami in Francia, Spagna Nuova Zelanda. In Italia, mancando una governance pubblica, dipende dalla compagnia.
Tipo di polizza e beni assicurabili
In Turchia e Romania è una polizza a se stante, mentre in tutti gli altri paesi è generalmente una garanzia accessoria alla polizza incendio. Fa eccezione la California, dove convivono la polizza a se stante con una garanzia accessoria alla polizza incendio.
I beni assicurabili sono in Turchia e Romania solo gli immobili.
In tutti gli altri Paesi si può assicurare anche il contenuto. In Belgio e Spagna è normata anche la copertura dei veicoli terrestri, mentre in California e in Italia si possono assicurare anche i danni indiretti.
Costi per utente
I costi cambiano molto da paese a paese.
In Spagna ad esempio ci sono dei costi fissi che variano dalla tipologia di rischio da assicurare. Per cui lo stato fissa il tasso dello 0,09%° per abitazioni e loro contenuto, per gli uffici il tasso sale allo 0,14%°, per negozi e magazzini il tasso è dello 0,18%°, per i rischi industriali è dello 0,24%° e infine le strutture pubbliche pagano un tasso che va da un minimo dello 0,34%° ad un massimo dell’1,95%°.
In Nuova Zelanda il tasso è unico ed uguale per tutti ed è pari all’1,5%°. In Giappone i tassi variano in base alla zona ed alla categoria costruttiva. Si va dallo 0,5%° al 3,13%° a questi tassi vanno aggiunte le commissioni dell’intermediari (10%) e possono essere praticati sconti del 10, 20, 30 per cento se si fanno lavori di adeguamento sismico.
In California ci sono 19 zone sismiche e una forte differenziazione del tasso in base alla tipologia costruttiva, l’età immobile e la zona. Il tasso medio applicato è il 3,91%°. In Francia il premio è pari al 12% del premio incendio, mentre in Romania è flat ed è pari a 10 o 20 euro in base alla tipologia costruttiva di appartenenza.
In Turchia le zone di rischio sono 5 e le categorie costruttive sono 3. Da qui parte una differenziazione dei tassi che va dallo 0,44%° al 5,5%°. In Belgio i tassi sono proporzionati al rischio e non hanno dei valori di riferimento uguali per compagnia.
In Italia, a parte qualche timido tentativo di applicare tassi simili a quello degli altri paesi ad alto rischio sismico, si tende ad usare come tassazione di riferimento da cui partono tutti gli aumenti e gli sconti lo 0,10%° per il terremoto e lo 0,10%° per l’alluvione.
Siamo terzo mondo anche sui tassi.
Capacità del sistema
In Belgio, Francia, Spagna e Nuova Zelanda la capacità è illimitata con ruolo dello stato di riassicuratore di ultima istanza. Negli altri paesi si va dal minimo della Romania, che è pari ad 80 milioni di euro, al miliardo di euro della Turchia, ai 9,6 miliardi di dollari della California, ai 50 miliardi di dollari del Giappone.
In Italia dipende tutto dalla solidità e dalla solvibilità della singola compagnia e dal gruppo di riassicuratori a cui questa si è rivolta. Lo Stato in Italia ha un ruolo anomalo rispetto agli altri Paesi. Pur non normando la copertura assicurativa privata ha facoltà di intervenire caso per caso in presenza di catastrofi naturali, decidendo di volta in volta da quali risorse economiche attingere (nuove tasse, aumento accise sigarette, aumento IVA) e come e a chi erogare gli aiuti.
In quest’ultimo caso si precisa che negli ultimi eventi catastrofali lo Stato si è impegnato NON a ricostruire gli immobili danneggiati, ma ad aiutare i danneggiati a riavere un tetto sopra la testa. La differenza tra questo modo di operare ed una governance pubblica di assicurazioni private è molto, ma molto diversa.
Limiti e franchigie
Relativamente ai limiti e franchigie anche in questo caso il panorama è molto variabile.
Il limite di risarcimento è il 100% in Belgio, California, Francia e Spagna. In Giappone varia dal 30% al 50%, parametrati in base all’importo di danno (ossia per percepire l’intero stop loss del 50% come indennizzo bisogna che il danno sia superiore al 50% del valore del bene danneggiato, per danni inferiori al 20% si prende il 5% dello stop loss, per danni dal 20 al 50 per cento del valore del bene si prende il 50% dello stop loss).
In Romania va da € 10.000,00 ad € 20.000,00 in base alla tipologia costruttiva. In Turchia è di € 50.000,00. In Nuova Zelanda è pari a $ 100.000,00.
In Italia varia dal 40% al 50% (in rari casi si possono trovare limiti più elevati).
In Belgio la franchigia per legge non può essere superiore ad € 1.114.
In California la franchigia varia dal 10 al 15 per cento del valore del fabbricato.
In Romania non è prevista alcuna franchigia. In Francia la franchigia è di € 380,00.
In Giappone non è prevista franchigia, ma una sorta di limite combinato di risarcimento proporzionato al danno (vedi sopra).
In Nuova Zelanda c’è uno scoperto dell’1%.
In Spagna lo scoperto sale al 7%, mentre in Turchia lo scoperto è del 2%.
In Italia si va dallo scoperto dell’1% della somma assicurata col minimo di 5/10 mila euro allo scoperto del 10% del danno con minimi di 5/10/25 mila euro.
Conclusione
Come abbiamo potuto vedere in questa breve analisi in tutti i paesi a rischio sismico ed esposti al rischio idrogeologico esistono normative che impongono l’esistenza di coperture assicurative specifiche a tutela della collettività. Il sistema è protetto da un controllo statale che impone il rispetto di regole uguali per tutti gli operatori in modo da favorire la mutualità assicurativa ed evitare disparità di trattamenti.
Non sempre questa politica ha determinato un successo nella diffusione della copertura. Infatti, a parte la Nuova Zelanda, sono pochi i paesi che possono vantare una diffusione capillare della copertura dei danni catastrofali.
Se però confrontiamo tutti i numeri con quelli del nostro Paese, si può constatare come in questo settore siamo indietro rispetto a tutti gli altri Stati analizzati in questo studio.
Ad esempio confrontiamo l’Italia con la Turchia e vediamo come la patria di Leonardo, di Fermi e di Galileo viene fuori sconfitta in quasi tutti i parametri di raffronto. L’assenza di una vera politica di prevenzione la si vede purtroppo anche da questi numeri.