il gruppo chiude il trimestre con 485 milioni di profitti netti, in aumento del 38%
Costi in calo del 5,5% a 2,2 miliardi e a spingere i ricavi è il nuovo accordo con Cdp sui prodotti postali. Del Fante stringe sull’alleato nell’Rc Auto, che sarà scelto in base alla qualità dell’offerta
di Anna Messia
Il piano Deliver 2022 di Poste Italiane presentato dall’amministratore delegato Matteo Del Fante lo scorso febbraio ha iniziato già a dare i frutti. Ieri il gruppo ha comunicato di avere chiuso il primo trimestre con risultati largamente superiori alle aspettative. L’utile netto si è attestato a 485 milioni di euro, il 38% in più rispetto al primo trimestre del 2017 e ben oltre il consenso di 408 milioni fissato dagli analisti. Mentre i ricavi sono saliti dell’1,8% a 2,9 miliardi, trainati dal risparmio postale, ovvero buoni e libretti distribuiti per conto di Cdp. Anche il risultato operativo (ebit), cresciuto del 33,7% a 703 milioni, ha battuto di gran lunga le stime del consenso, ferme a 595 milioni. «Si tratta di risultati solidi e in crescita», ha detto Del Fante parlando con gli analisti e sottolineando che «tutti i settori del gruppo e i segmenti di business sono concentrati sulla realizzazione del piano industriale». In effetti tutti i settori del gruppo sembrano essere in movimento ma a sorprendere è stato in particolare il controllo dei costi del settore corrispondenza, pacchi e distribuzione, che ha messo a segno un aumento del risultato operativo di 263 milioni, pari al 94,8% in più rispetto a un anno prima, con un utile netto di 174 milioni, più del doppio rispetto agli 80 milioni del primo trimestre 2017. In ballo nel comparto c’è anche l’attuazione del modello unificato di recapito, lanciato il 16 aprile scorso, che per far fronte agli effetti del calo della corrispondenza tradizionale sostituita dalle e-mail prevede che i postini possano consegnare i pacchi fino a 5 chili e fino a tarda sera. Gli effetti si vedranno quindi nei prossimi mesi ma intanto va registrato che nel primo trimestre i costi del gruppo sono già calati del 5,5% a 2,2 miliardi. Bene è anche il segmento dei pagamenti, che ha registrato un utile netto di 43 milioni (+10,3%) e ricavi aumentati del 10% a 143 milioni. Anche in questo comparto sono attese novità importanti, visto che Poste Italiane ha ottenuto da Banca d’Italia l’autorizzazione per operare come l’istituto di moneta elettronica tramite PosteMobile dopo il conferimento a quest’ultima del ramo d’azienda della monetica e dei servizi di pagamento da parte di BancoPosta. In pratica Del Fante ha deciso di non vendere più PosteMobile, come inizialmente era stato ipotizzato, ma di metterne a frutto le potenzialità e le sinergie con il sistema dei pagamenti.
Per quanto riguarda il segmento dei servizi finanziari, la spinta più importante è arrivata dai prodotti postali. Il risultato operativo è salito del 25,1% a 239 milioni chiudendo con un utile netto di 173 milioni (+28,1%). I ricavi sono aumentati a 1,5 miliardi grazie anche agli effetti del nuovo accordo con Cdp, con le commissioni derivanti dal risparmio postale salite del 27%, a 450 milioni. E anche in questo settore la trasformazione avviata da Del Fante è solo all’inizio. Da far decollare c’è l’accordo firmato lo scorso aprile con Intesa Sanpaolo per la distribuzione reciproca di prodotti e servizi: dall’asset management ai prestiti personali passando per mutui e servizi di pagamento. L’ebit del settore dei servizi assicurativi, infine, è rimasto stabile a 144 milioni con un utile netto in calo del 2,1% a 95 milioni e anche qui c’è un cantiere aperto. «Stiamo cercando un partner per l’Rc Auto», ha confermato del Fante «e sceglieremo in base al prezzo ma soprattutto alla qualità del servizio offerto». (riproduzione riservata)
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