Aumenta il reddito delle famiglie italiane, ma cresce anche la disuguaglianza mentre il rischio povertà, corso da 1 persona su 4, arriva al picco massimo rispetto al 1989, anno di inizio delle serie storiche dello studio. Il rischio povertà è maggiore nelle famiglie del Sud e in quelle giovani e di immigrati. La ricchezza degli italiani diminuisce soprattutto a causa del calo del valore degli immobili, mentre la distribuzione della ricchezza resta stabile: un terzo del totale resta saldamente nelle mani del 5% delle famiglie più ricche.
È questo il quadro che emerge dall’indagine di Bankitalia sui bilanci delle famiglie nel 2016. In particolare, rispetto all’edizione precedente – riferita al 2014 – il reddito equivalente medio è cresciuto del 3,5% a 18.600 euro; si è interrotta la caduta, pressoché continua, avviatasi nel 2006 ma è ancora inferiore di 11 punti percentuali a quello registrato in quell’anno. Sono aumentate la disuguaglianza nella distribuzione dei redditi e la quota di individui a rischio di povertà. Tra il 2014 e il 2016 la ricchezza netta media è diminuita del 5% a prezzi costanti, in linea con le evidenze desumibili dalle statistiche aggregate disponibili, proseguendo la flessione avviatasi nel 2010. Il calo è stato determinato dall’andamento delle attività reali che ha riflesso prevalentemente la riduzione del valore degli immobili.
Il calo della ricchezza ha pertanto interessato prevalentemente i patrimoni dei proprietari, che sono più elevati: mentre la mediana e il nono decile della ricchezza netta sono diminuiti, a prezzi costanti, rispettivamente del 9 e di oltre il 6%, il secondo decile è cresciuto di circa il 4%. «Il valore dei risparmi degli italiani si riduce, a causa del continuo calo dei prezzi delle case. Un memo per le forze politiche che saranno chiamate a formare la maggioranza», commenta il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, ricordando le proposte contenute nel Manifesto immobiliare messo a punto dall’associazione.
Fonte: