di Elena Dal Maso
Chi avrebbe pensato che sui social scoppiassero così tanti commenti dedicati a un conto corrente per ragazzi? Un prodotto piuttosto semplice, di per sé, per come si presentava. E invece abbinare uno strumento finanziario a un regalo speciale, sempre molto gradito ai ragazzi, come un pacco con centinaia di bustine di figurine dei calciatori, ha trasformato un’idea di marketing di Intesa Sanpaolo in una specie di evento. Perché la febbre da raccolta di figurine contagia oggi i bambini come a suo tempo era stato per i padri e gli zii. Ventimila i conti correnti aperti da gennaio e prima ancora che venisse lanciato ufficialmente il servizio, per il quale è stato reclutato come testimonial Andrea Pirlo e stretta una partnership con la celebre casa editrice Panini. Ci sono già le richieste per le ragazze (le figurine delle Winx) e la versione più aggiornata e cool dei calciatori, quella delle carte da gioco Panini. Il conto partirà anche in tour in questi giorni per le piazze italiane, per far conoscere a fondo l’iniziativa. Alla quale Intesa ha dedicato un budget di lancio di tutto rispetto, 2 milioni di euro, e una campagna pubblicitaria in grande stile che ricorda quelle che si vedevano negli anni Ottanta, tornati peraltro di gran moda.
Ma non è un caso che una delle maggiori banche in Europa dedichi molta attenzione ai giovani. Perché secondo una ricerca Ipsos appena pubblicata dal gruppo guidato da Carlo Messina, la cui clientela è composta per il 16% da persone di età fino a 35 anni (1,7 milioni in tutto), consapevoli forse delle maggiori necessità di risparmio che li attendono rispetto ai loro genitori, i giovani hanno dimostrato una propensione al risparmio superiore alla media nazionale, ovvero il 38% rispetto al 35%.
Il modo più semplice per avvicinare i ragazzi al mondo del risparmio è inevitabilmente il conto corrente. E se la generazione X, chi è nato fra il 1960 e il 1980, ha visto formarsi ed esplodere la bolla di internet e quella dei mutui subprime, la generazione Y, detta anche dei Millennials (nati fra il 1980 e il 2000) e poi la generazione Z (i ragazzi dal 1997 al 2010) si stanno facendo ora un’idea delle banche e della finanza. E nonostante gli ultimi vent’anni di storia di borse sull’ottovolante e di istituti di credito falliti, il risultato pare positivo. Forse anche più che buono.
I giovani, racconta l’indagine Ipsos, avvertono un costante senso di precarietà. E mettono regolarmente da parte risorse per progetti specifici, un acquisto importante, per esempio la casa. I Millennials e anche la generazione Z sono più formiche che cicale.
Sempre secondo Ipsos, il prodotto finanziario col tasso più omogeneo fra tre diverse categorie di età (18-24; 25-34; 35-45 anni) risulta essere appunto il conto corrente. Mentre i più giovani hanno un libretto di risparmio, strumento più semplice da gestire. MF-Milano Finanza ha voluto approfondire in questo numero quali sono oggi le opportunità che gli istituti di credito offrono ai ragazzi per poter intraprendere la strada di un risparmio consapevole e pianificare al meglio la propria vita. Attraverso gli strumenti più semplici come il libretto nominativo fino al conto corrente, la carta prepagata, il bancomat. Ma anche il fondo assicurativo a capitale garantito collegato al conto, oppure il fondo pensione. Quest’ultimo, poi, beneficia di una tassazione favorevole e permette ai genitori di poter portare in deduzione le somme versate.
Il famoso conto di Intesa Sanpaolo si chiama XME Conto UP! Chi lo apre a nome dei figli (è possibile farlo dalla nascita fino a 18 anni) gli potrà fare omaggio di 500 figurine e l’album dei Calciatori 2017-2018. La promozione dura fino al 30 aprile e si abbina a un’altra, finanziariamente interessante: se si avvia il conto entro il 30 april sì può versare fino a 20mila euro con un rendimento dell’1%. Che in tempi come questi, con i tassi negativi (anche se con prospettive di risalita, coem ben sanno gli investitori), fa una bella differenza. in seguito il tasso creditore scende invece allo 0,5%, comunque sopra la media attuale dell’0,01% del mercato. Ora questi conti correnti, o anche i più semplici libretti di risparmio, sono il primo passo dei ragazzi verso il mondo del risparmio e delle banche. L’educazione finanziaria dovrebbe partire non solo dal fatto di aprire un conto a nome del figlio, ma di illustrargli, a un’età adeguata (anche a partire dalle elementari), come si fa ad aprire e soprattutto ad amministrare un conto e tutto ciò che cosa questo comporta. Non solo come documentazione, che non è poca, ma anche come gestione nel tempo di versamenti e prelievi. Per esempio va sempre valutato il tasso creditore, che è lordo, a cui bisogna imparare a togliere la tassazione del 26% e mettere quindi a confronto il valore netto con le diverse possibili voci di costo: dall’apertura del conto ai bonifici, prelievi, versamenti fisici da sportello, per esempio. E lo stesso bancomat può avere un costo di gestione annuo, di cui pure occorre tenere conto.
L’educazione finanziaria parte da qui. Un prodotto interessante è quello di Bnl, che abbina il conto a una polizza assicurativa Ramo I a capitale garantito con un massimale di 25mila euro. Attenzione perchè costa 40 euro l’apertura del contratto e poi, come in ogni prodotto di risparmio gestito, va pagata la gestione annuale dell’1,4%.
Le Poste, per esempio, ricordano sul loro sito che i libretti di risparmio sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, quindi dallo Stato. Una bella idea di solidità. Peccato che ora rendano lo 0,01% lordo annuo. Non sarebbe allora più interessante per un nonno acquistare a nome dei nipoti il titolo azionario Poste Italiane , quotato a Piazza Affari, che quest’anno stacca un dividendo del 6,1% (servizio alle pagine 8 e 9)? Il 22 febbraio 2015 la società valeva 6,03 euro, venerdì 23 ha chiuso a 6,712, tutto sommato in equilibrio. E’ vero che si corre il rischio sul capitale, ma è una bella lezione per i giovani imparare a differenziare gli investimenti, con il relativo grado di rischio, rispetto ad un conto che rende poco o nulla. Restando a Piazza Affari, la stessa azione Intesa Sanpaolo due anni fa valeva 2,9 euro contro i 2,93 attuali. Nel 2018 ha previsto una cedola del 6,5%. Non male come titolo ad alto dividend yield.
Per chi ha invece una propensione al rischio più contenuta e medita come impiegare la paghetta dei bambini, il sito di Ubi Banca dedicato ai ragazzi, denominato Clubino, offre qualche consiglio pratico. Per esempio informa che i bimbi italiani ricevono in media 10 euro a settimana fino ai 13 anni. E consiglia di non aumentare il valore della paghetta, anche se i loro amici ricevono di più: mai entrare in questo tipo di competizione…
Le quattro regole di Ubi per una paghetta perfetta partono da stabilire l’importo settimanale e il giorno della consegna del denaro. Inoltre all’inizio, prima di pensare già al conto corrente, un salvadanaio trasparente aiuta a gestire meglio i soldi messi da parte. Sarebbe poi importante firmare un bel contratto colorato da appendere nella cameretta con le regole da seguire. E se il bambino si comporta male o porta a casa bei voti? Il consiglio di Clubino è: niente modifiche di paghetta, quel denaro non deve servire per estorcere risultati o condurre contrattazioni su regole e comportamenti. Che vanno rispettati a prescindere.
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