di Anna Messia
Si alzano i toni sul recepimento in Italia della Idd, la nuova direttiva europea Idd sulla vendita dei prodotti assicurativi che sarà operativa dal prossimo ottobre. Ieri gli agenti di assicurazione rappresentati dalla Sna hanno dichiarato lo stato di agitazione e hanno fatto sapere di essere pronti a ricorrere «a ogni strumento di lotta sindacale, ivi inclusa qualsiasi forma di disobbedienza civile», quindi, di fatto, la non applicazione delle norme che rischiano di danneggiare la categoria. La novità che agita i sonni degli agenti è contenuta in particolare nell’articolo 117 bis del decreto che ha recepito le norme europee. L’articolo prevede, passato un anno dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale, che gli agenti e i collaboratori di agenzia siano obbligati a versare immediatamente i premi percepiti dai clienti in un conto corrente intestato alla compagnia di assicurazione. In pratica le agenzie perderebbero la titolarità della gestione degli incassi che oggi devono versare alle assicurazioni passati dieci giorni dal pagamento. Vincoli, sostengono gli agenti, che metterebbero in difficoltà molte agenzie che oggi fanno affidamento sui flussi finanziari che arrivano dai premi incassati e che si troverebbero in una posizione di maggiore debolezza nel caso di un confronto con la mandante. Non solo. Nel mirino degli agenti ci sono anche le norme del decreto che hanno previsto un inasprimento delle sanzioni amministrative in caso di irregolarità, estendendole anche alle persone fisiche e non più solo a quelle giuridiche. «Qualora dette disposizione del decreto non venissero immediatamente eliminate o emendate 20 mila agenti, 200 mila collaboratori, subagenti e produttori, oltre a 30 mila dipendenti delle agenzie risulterebbero a rischio di non poter continuare la propria attività lavorativa», ha sottolineato ieri il presidente dello Sna, Claudio Demozzi.
D’altra parte, però, i numeri dell’ultima relazione annuale dell’Ivass mostrano che spesso i provvedimenti disciplinari che colpiscono gli agenti di assicurazione derivano proprio da casi di mala gestione degli incassi. Dei 200 procedimenti aperti dall’autorità di controllo nel 2016, 82 hanno portato a radiazione e tra le cause principali motivazioni dei provvedimenti ci sono «la mancata rimessa alle imprese o agli intermediari di riferimento di somme riscosse a titolo di premi, accompagnata di sovente anche dalle omesse registrazioni degli incassi», oltre che «la violazione degli obblighi di separatezza patrimoniale derivante dalla mancata costituzione o dalla non corretta gestione del proprio contro separato», si legge nella relazione annuale dell’istituto presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi.
Le novità previste dalla Idd risolvono quindi il problema alla radice ma non senza pericolose conseguenze, sostengono da Sna, dove ricordano che già oggi gli agenti sono obbligati a stipulare una fideiussione bancaria a garanzia degli incassi. In una lettera indirizzata ieri al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, all’Antitrust, al direttore generale del ministero dello Sviluppo, Mario Fiorentino e al presidente Ivass, Rossi, lo Sna ha sottolineato il fatto che l’articolo 19 bis «è chiaramente viziato da eccesso di delega». Mentre riguardo alle nuove sanzioni ha puntualizzato che «non differenziano gli intermediati dalle imprese, attribuendo illogicamente a tali soggetti uguale capacità finanziaria e violando espressamente il principio di proporzionalità e tollerabilità delle sanzioni pecuniarie». Ma lo Sna critica anche l’iter di approvazione della norma. È inaccettabile e incomprensibile, scrive Demozzi, che «norme così decisive per gli agenti assicurativi siano state predisposte senza tenere in alcun conto i rilievi e le proposte formulate dagli agenti stessi», mentre riguardo alla tempistica aggiunge che «risulta incomprensibile che pur avendo tempo fino a luglio 2018 (per il recepimento, ndr) lo Stato italiano debba oggi concludere il suo iter normativo con un provvedimento frettoloso, in spregio degli interessi vitali degli intermediari assicurativi, destinatari principali della direttiva europea».
Il recepimento della Idd, di fatto la Mifid II delle polizze, è già avvenuto lo scorso 8 ottobre con decreto del consiglio dei Ministri con la formula del «salvo intese». Ora il testo definitvo sarebbe pronto e il consiglio dei Ministri si appresta a dare il suo sigillo finale a giorni, dopo il parere, non vincolante, delle commissioni parlamentari competenti. Gli spazi di manovra e di modifica sembrano quindi di fatto quasi inesistenti. Si vedrà. Nei giorni scorsi anche un’altra associazione di categoria degli agenti di assicurazione, Anapa, aveva sollevato forti dubbi sul decreto di recepimento. (riproduzione riservata)
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