Da quanto Internet è entrato nelle nostro vite il “dottor Google” ha guadagnato sempre più spazio e considerazione. Tanto è vero che sempre più spesso per i piccoli disturbi invece che recarsi dal medico molti italiani si affidano al web. Su 49 milioni di italiani che dichiarano di soffrire di qualche acciacco, 15 milioni circa cercano la soluzione affidandosi a internet.
Secondo l’indagine Censis “Il valore socio-economico dell’automedicazione”, realizzata in collaborazione con Assosalute, il 73,4% degli italiani è convinto che in caso di piccoli disturbi ci si possa curare da soli. Un dato che nel tempo è andato crescendo, visto che nel 2007 era pari al 64,1%.
Curarsi per conto proprio richiede la massima attenzione al tipo di informazioni che si trovano in rete. La ricerca del Censis si focalizza su un aspetto a cui pochi prestano attenzione: il livello di sicurezza della ricerca di informazioni sulla salute. Lo studio sottolinea le conseguenze di una ricerca superficiale e priva delle dovute precauzioni:
8,8 milioni sono stati vittime di fake news nel corso dell’anno. In particolare, sono 3,5 milioni i genitori che si sono imbattuti in indicazioni mediche sbagliate”. Oggi, dopo il medico di base (53,5%) e il farmacista (32,2%), è il web (28,4%) la fonte più autorevole a cui rivolgersi per ottenere informazioni su medicinali e cure.
Il documento, inoltre, mette in evidenza che “il 17% degli italiani consulta siti web generici sulla salute, il 6% i siti istituzionali, il 2,4% i social network”.
In particolare, “tra i millennials sale al 36,9% la quota di chi usa autonomamente il web per trovare informazioni su come curare i piccoli disturbi”.
E proprio sulle fake news si è riunita a Bruxelles la nuova task force per lottare contro la diffusione di notizie false in rete, bufale digitali create ad arte per disorientare i cittadini e influenzare così l’opinione pubblica.