Nel settore della cessione del quinto stanno entrando nuovi player, anche di grandi dimensioni. I motivi? MF-Milano Finanza lo ha chiesto a Lorenzo Montanari, coordinatore delle attività di cessione del quinto del Credem che è attivo sulla cessione del quinto con un management specializzato dal 2011. Nei nove mesi del 2017 il gruppo ha erogato 160 milioni di euro, +26% sul 2016 con previsione di superare a fine anno quota 210 milioni.
Domanda. Perché c’è questo nuovo interesse per la cessione del quinto, un’attività che, comunque, esiste da molti anni?
Risposta. Il vero motivo che sta spingendo diversi istituti a convergere sul business della cessione del quinto sono le prospettive di sviluppo e la conseguente redditività che genera. Il prolungato scenario di tassi di mercato negativi e l’evoluzione normativa hanno spinto molti operatori ad analizzare la possibilità di entrare in questo settore. Bisogna però sottolineare che non si tratta di un’attività semplice. I processi di vendita e la rete commerciale sono i fattori chiave per il successo. A seguito degli interventi normativi e grazie all’aumento della concorrenza, i tassi proposti ai clienti sono molto vicini ad altre forme tecniche come ad esempio i prestiti personali ed qualche caso addirittura più bassi.
D. Perché per i risparmiatori può essere un’alternativa migliore rispetto ai prestiti personali?
R. A mio parere la cessione del quinto non è sostitutiva ma complementare rispetto al prestito personale. Ci sono aree di sovrapposizione sui target di clientela ma per la maggior parte i profili sono distinti. La cessione del quinto permette al cliente di avere un’ autodisciplina in tema di gestione del conto economico famigliare, perché la rata viene detratta direttamente da parte del datore di lavoro e versata alla banca e di conseguenza non vi è il rischio di dimenticanze o impossibilità nel pagare per mancata giacenza sul conto corrente.
D. Perché secondo lei i tassi per la cessione del quinto restano ancora alti? Si abbasseranno con l’aumento della concorrenza?
R. I tassi della cessione del quinto sono destinati inevitabilmente a scendere con l’aumento proporzionale della concorrenza che, come detto, in questo settore è in crescita. In realtà bisognerebbe individuare bene cosa si intenda per tassi alti. È vero che rimangono più alti rispetto a un mutuo e a volte rispetto al consumo finalizzato che segue altre dinamiche, ma è anche vero che il tasso comprende il costo di copertura assicurativa e permette l’accesso a forme di credito su target di clienti che potrebbero avere maggiori difficoltà rispetto ad altre forme tecniche.
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