Il Fondo Sanitario del settore metalmeccanico mètaSalute – uno dei più grandi Fondi a livello nazionale – ha deciso di aggiudicare, per il prossimo triennio (2018-2020), l’assicurazione e la gestione dei propri Piani Sanitari alla Compagnia Assicurativa specializzata RBM Assicurazione Salute.
Tra gli altri competitor Generali, Allianz e UniSalute, che avevano deciso di unire le proprie forze partecipando in coassicurazione alla selezione promossa dal Fondo, (una delle più grandi selezioni assicurativa mai gestita del settore della Sanità Integrativa, per quasi 700 milioni di Euro nel triennio, come base d’asta).
A partire dal 1 gennaio 2018, oltre 1,5 milioni di lavoratori dell’industria metalmeccanica e i loro familiari (figli e coniugi o assimilati fiscalmente a carico) potranno beneficiare del modelli di Sanità Integrativa di RBM.
“RBM Assicurazione Salute ha vinto la gara puntando su un modello assicurativo e di servizio unico ed innovativo – spiega Marco Vecchietti, Consigliere Delegato di RBM Assicurazione Salute – che si propone, di fatto, di prendere in carico i bisogni di cura dei lavoratori del settore metalmeccanico e dei loro familiari, che oggi non trovano accoglienza presso il Servizio Sanitario Nazionale. Si tratta, in sintesi, di un vero e proprio Servizio Sanitario Supplementare che, coniugando a monte la capacità di offerta delle strutture sanitarie pubbliche (in regime di intramoenia) e private aderenti alla nostra Rete convenzionata “Previmedical” ed il finanziamento aggiuntivo derivante dalla polizza assicurativa attivata dal Fondo con RBM, mira ad intermediare (n.d.r. “rimborsare”) un’ampia fetta di spesa sanitaria oggi pagata di tasca propria dalle famiglie”.
È la prima volta in assoluto che un Fondo Sanitario, che prevede peraltro un premio unitario di soli 142 Euro per nucleo familiare, garantisce una “presa in carico” integrale dei propri assistiti assicurando non solo il rimborso delle spese sanitarie sostenute, ma la possibilità di effettuare integralmente il percorso di cura previsto per la propria patologia. Dall’inizio del prossimo anno, infatti, il regime di rimborso integrale (100%) dei ricoveri all’interno della Rete di strutture sanitarie Previmedical sarà esteso anche alle prestazioni maggiormente richieste dagli assistiti mètaSalute nel corso del 2017. Si tratta, in particolare, di voci quali le cure dentistiche (che hanno rappresentato, quest’anno, il 33,85% del rimborsato totale per conto del Fondo), l’alta specializzazione (il 18,72% del rimborsato nell’esercizio 2017), le Visite Specialistiche (il 14,85%), la Prevenzione (l’11,85%) e la Fisioterapia per la quale RBM Assicurazione Salute ha sviluppato un modello dedicato per la gestione domiciliare.
Importanti i livelli assistenziali garantiti anche nel campo dell’Invalidità e della Non Autosufficienza dove sono previsti livelli di copertura annuale fino a 15.000 euro l’anno. Molte le novità anche nel novero delle prestazioni assicurate con l’ingresso, a partire dal 2018, del rimborso della spesa per i farmaci (quota ticket e Farmaci di fascia C, in base al Piano Sanitario di appartenenza), dei protocolli di supporto alla natalità (PMA), delle visite psicologiche (con particolare attenzione a patologie quali l’anoressia e la bulimia che colpiscono sempre di più gli adolescenti) e della logopedia.
Un importante impegno anche a livello gestionale, visti i numeri di assoluto rilievo che riguardano il comparto, per far fronte al quale RBM Assicurazione Salute ha già messo a punto un ulteriore rafforzamento occupazionale presso l’Head Quarter del Gruppo tra Venezia e Treviso.
“Stimiamo di investire nel prossimo triennio tra i 150 ed i 200 milioni aggiuntivi in Prevenzione e Diagnosi Precoce con una finalizzazione specifica al contrasto delle Malattie Croniche Non Trasmissibili – conclude Vecchietti – ed in particolare delle patologie cardiovascolari, di tumori, ictus, ipertensione e malattie respiratorie (BPCO) che rappresentano oggi le principali cause di morte nei Paesi occidentali. In tal senso auspichiamo una possibile sinergia con l’Istituto Superiore di Sanità, con il quale sono stati già avviati dei primi contatti, e con lo stesso Ministero della Salute in un’ottica di maggior armonizzazione tra pubblico e privato in sanità”.