di Paola Valentini
Settembre raffredda la raccolta del risparmio gestito. Alla ripresa delle attività dopo la pausa estiva i flussi si sono attestati a 3,56 miliardi di euro, rispetto agli 8,6 miliardi di agosto, portando il totale dei nove mesi a 79,4 miliardi. La distanza rispetto al risultato dello stesso periodo del 2016 (48 miliardi) resta comunque ampia.
In frenata sia i fondi, sia le gestioni di portafoglio. I primi hanno chiuso il mese con un saldo di 2,6 miliardi dai 4,9 miliardi di agosto (58,2 miliardi da inizio anno), mentre le seconde hanno ottenuto 923 milioni da 3,47 miliardi del mese precedente (21,2 miliardi da gennaio). Raccolta ed effetto mercato hanno fatto aggiornare all’industria un nuovo massimo storico a quota 2.046 miliardi di cui 1.034 miliardi relativi ai fondi e 1.011 miliardi sulle gestioni di portafoglio.
Sul fronte delle singole categorie di fondi aperti a sostenere la raccolta del mese sono stati ancora una volta i flessibili che con 2,051 miliardi hanno anche migliorato il risultato di agosto (1,748 miliardi). Un segnale del fatto che, in una fase in cui le borse sono positive e sui bond è sempre più difficile estrarre valore, gli investitori preferiscono dare carta bianca al gestore per navigare tra le varie asset class.
Nel frattempo risultano in crescita, seppur da livelli inferiori, anche i fondi azionari con 490 milioni dai 184 milioni del mese precedente. In questo caso potrebbe trattarsi dell’effetto Pir a trainare la raccolta, anche se per avere conferme di ciò bisognerà aspettare la mappa trimestrale di Assogestioni del periodo luglio settembre che contiene anche un dettaglio della raccolta delle varie specializzazioni azionarie, incluso l’azionario Italia che è il terreno di gioco dei Pir.
In rallentamento invece sia i bilanciati (da 1,25 miliardi a 827 milioni) e gli obbligazionari (da 1,34 miliardi a 735 milioni). Vanno in rosso, intanto, sia monetari (-1,43 miliardi dai +357 milioni di agosto), sia i fondi hedge (da +35 milioni a -50 milioni).
Guardando la nazionalità dei fondi aperti, il bilancio del mese si chiude sempre a favore dei prodotti di diritto estero anche se si riduce la distanza con quelli di diritto italiano perché la loro raccolta è scesa meno rispetto ad agosto. I primi hanno archiviato il mese con 1,46 miliardi (3,5 miliardi ad agosto), i secondi con 1,14 miliardi (1,37 il mese precedente). Da inizio anno gli esteri hanno attirato 46 miliardi e gli italiani 11,3 miliardi.
Per quanto riguarda le singole società di gestione, sul podio sempre Intesa Sanpaolo con una raccolta netta di 1,1 miliardi, seguita da Poste con 964 milioni e Ubi Banca con 574 milioni. Tra i big Generali in territorio negativo (-171 milioni) a causa, spiega il gruppo del Leone Alato, di operazioni infragruppo.
Dal canto suo Amundi questo mese di deve accontentare di flussi per 84,8 milioni. Gli asset manager quotati vedono Anima a quota 84 milioni, Mediolanum a 123 milioni, mentre Azimut segna un risultato negativo (-92 milioni). Tra le maggiori case estere Jp Morgan, il più grande operatore internazionale in fondi aperti sul mercato italiano senza una propria rete di distribuzione (masse per 31,7 miliardi) ha raccolto 333 milioni, seguito da M&G con 223 milioni e da Invesco con 197 milioni.
Fonte: