di Andrea Boeris
UnipolSai prosegue il suo impegno nel mercato della riassicurazione. Il gruppo guidato da Carlo Cimbri ha lanciato tre anni fa a Dublino UnipolRe, la prima e unica società italiana di riassicurazione, che opera nei mercati Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e non riassicura gruppi italiani per ragioni di concorrenza (finanzierebbe la concorrenza della controllante UnipolSai ). La società si occupa di offrire una copertura riassicurativa dedicata ad assicurazioni piccole e medie di tutta l’Europa, ma anche di Israele e Turchia che sono realtà in forte crescita. A guidare la società, come ceo, c’è Marco Sordoni: «UnipolRe ha oggi più di 40 clienti sparsi per il mondo e dopo neanche tre anni è già un grande risultato. Siamo ancora piccoli, ma stiamo crescendo con costanza e siamo come una startup, ma con un grande gruppo alle spalle». UnipolRe rappresenta il passo più importante sulla strada dell’internazionalizzazione di UnipoSai, che nella società riassicurativa, come da piano presentato nel 2015, ha già investito 200 milioni ed è pronta a metterne altri 100 per l’anno a venire. Soprattutto perché le stime per quest’anno parlano di un raddoppio nell’evoluzione dei premi, che dovrebbero passare dai 57 milioni dello scorso anno agli oltre 100 previsti a fine 2017.
Sordoni è anche la mente del debutto di UnipolSai sul mercato dei catastrophe bond: si tratta di un’emissione contro il rischio sismico in Italia, un’operazione che ha avuto un grande successo. I 200 milioni del titolo sono stati comprati da diversi investitori istituzionali stranieri, soprattutto americani e svizzeri, con un differenziale sul rischio del 2,15%, uno spread che è stato il minimo storico per una prima emissione di cat bond. L’emissione è avvenuta attraverso Azzurro Re I, uno special purpose vehicle di riassicurazione irlandese con scadenza a gennaio 2019 per garantire a UnipolSai una copertura: nel caso in cui nell��arco di un anno UnipolSai si trovasse con oltre 660 milioni di sinistri, i 200 milioni del bond non sarebbero più risarciti e in questo caso il rischio della compagnia sarebbe scaricato sul mercato. Evento che comunque è molto raro che succeda, dato che la probabilità che questo evento si verifichi è dello 0,3%. «I fondi sono interessati ai cat bond», dice Sordoni, «perché consentono loro di diversificare il rischio. C’è grande appetito per questo tipo di prodotti ed è un mercato che ha prospettive per quanto riguarda la richiesta di ulteriori cat bond sull’Italia, anche se gli investitori interessati sono stranieri». I risultati del primo cat bond sul rischio Italia di Azzurro Re I lo dimostrano. «Lanciare un Azzurro Re II? È un’opzione che valuteremo nel 2019», dice Sordoni, «quando scadrà la prima versione».
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