Bruce Carnegie-Brown, neo Chairman dei Lloyd’s di Londra, ha chiesto con rinnovato fervore agli assicuratori di aumentare gli sforzi sul fronte dell’innovazione, in una intervista rilasciata al Financial Times.
Carnegie-Brown non nasconde il suo stupore per le ottime le performance dei Lloyd’s per quanto riguarda l’attività di sottoscrizione, nonostante gli eccessivi costi della struttura che richiederebbe un processo di ammodernamento.
“Non penso che l’industria assicurativa sia sufficientemente innovativa”, ha detto Carnegie-Brown, sottolineando quanto siano fondamentali l’aggiornamento tecnologico e la digitalizzazione dei processi per continuare a rimanere competitivi in un mondo che sta cambiando a ritmi vertiginosi.
Il neo ceo dei Lloyd’s ha nel mirino soprattutto l’eccessivo ricorso alla carta. “La gente arriva con pile di documenti cartacei che vanno fotocopiati e poi quelle fotocopie devono essere scannerizzate e digitalizzate. Se i documenti fossero in forma digitale da subito, potremmo ridurre notevolmente i costi per i broker e per gli underwriter, oltre a migliorare notevolmente la qualità dei documenti”.
“Non c’è nessuno, all’interno di nessun sindacato – continua Carnegie-Brown – che non sia consapevole della necessità di creare soluzioni digitali e non esiste alcun Millennials che lavori con i Lloyd’s che non si senta frustrato dall’avere maggiore tecnologia a disposizione a casa piuttosto che in ufficio. Fino a quando non riusciremo a convertire tutto da analogico a digitale, continueremo ad avere costi inutili”.
Il numero uno del mercato londinese ha aggiunto che il fallimento dei precedenti tentativi di innovazione e di introduzione di nuove piattaforme digitali è figlio della eccessiva fiducia riposta dagli operatori nelle proprie capacità.
“I Lloyd’s hanno cercato di avviare un processo di modernizzazione che non ha però avuto grande successo, così le persone sono ora abbastanza scettiche su questo argomento. Ma si tratta di un problema di mentalità, non certo di problemi legati alla tecnologia utilizzata”.
Carnegie-Brown ha inoltre spiegato al Financial Times che alcuni temi legati alla rivoluzione digitale hanno per certi versi messo un freno allo sviluppo, con chiaro riferimento alla proprietà dei dati che ha improvvisamente assunto un nuovo valore. Infatti, tra digitalizzazione e Intelligenza Artificiale, le imprese e gli stessi intermediari sono in grado di raccogliere una mole di dati e informazioni sui clienti, molto superiori e dettagliate rispetto al passato. Cosa significa tutto ciò? “Che a nessuno è realmente importato molto dei dati quando erano in forma analogica, perché nessuno li leggeva. Ma da quando sono in forma digitale hanno improvvisamente assunto un valore enorme e quindi mi sembra del tutto naturale che ci siano persone che cerchino di ostacolare in qualche modo la libera circolazione dei dati”.
Secondo Carnegie-Brown l’industria assicurativa deve fare di più in termini di innovazione: “Se guardiamo alle maggiori aziende di capitale presenti sul mercato, vediamo che ormai sono principalmente caratterizzate da asset immateriali, piuttosto che attività materiali, e dobbiamo quindi fare in modo che l’industria assicurativa diventi sufficientemente innovativa per cogliere tali opportunità”.
Per quanto riguarda i Lloyd’s di Londra, nel primo semestre dell’anno si è registrato un miglioramento dell’attività di underwriting, compensato però da minori profitti e rendimenti sul capitale e se le recenti stime sulle perdite connesse agli aventi catastrofali sono sufficientemente accurate, i profitti dei Lloyd’s saranno cancellati per l’anno in corso, dimostrando ancora una volta quanto sia urgente per gli assicuratori trasformare e semplificare la propria attività.