di Luciano Mondelini
Nell’investor day di Exor organizzato ieri a Torino alla Fondazione Agnelli John Elkann ha voluto rivendicare i successi della holding nell’ultimo decennio (da quando più o meno la dirige lui in prima persona) e soprattutto ha voluto mandare un messaggio al mercato: Exor tratta a sconto (rispetto al valore delle sue controllate) di circa il 30% mentre le holding che potrebbero essere le sue omologhe in giro per il mondo pagano soltanto un scotto del 12%. Di qui la considerazione che investire sulla cassaforte degli Agnelli è ora «un’opportunità di mercato da tener presente per gli investitori», ha spiegato il numero uno di Exor , Più o meno infatti Elkann ritiene che il titolo possa salire di circa il 20%.
Nel dettaglio il nipote dell’Avvocato (che ora assomma su di sé il triplo incarico di presidente di Fca , Exor e della accomandita di famiglia Giovanni Agnelli Bv) ha passato in rassegna l’ultimo decennio in cui dalle cinque holding della dinastia (Ifi , Ifil , Exor , Fiat e Worms&Cie) si è passato a una sola (Exor ). In questo periodo il baricentro del business è passato da essere euro-centrico (due terzi dei ricavi) a globalizzato (ora il Vecchio Continente pesa soltanto per il 33%) e soprattutto Exor adesso è la 20esima società nella lista delle Global 500 di Fortune con ricavi superiori a 155 miliardi di dollari e che ha saputo garantire nel periodo 2009-2017 un total return del 903% tra un apprezzamento del titolo dell’831% e un monte dividendi di 882 milioni di dollari.
Per quanto concerne l’esercizio 2017 Elkann ha reso noto che Exor punta a chiudere «questo esercizio riducendo ancora il debito (al 30 giugno l’indebitamento lordo era superiore ai 3,3 miliardi, ndr)» in modo tale da arrivare al 2018 «per poter tornare a investire» e una delle opportunità «è un buyback». Per poter ridurre il debito «non faremo investimenti o buyback entro la fine del 2017», ha sottolineato Elkann, ribadendo che queste opzioni sono rimandate al 2018. Una delle opzioni sul tavolo è quella di investire in società anche piccole affiancando investitori terzi in settori promettenti come nel caso della danese Welltec.
Passando in rassegna le controllate Elkann ha spiegato che PartnerRe, la compagnia di riassicurazione acquisita nel 2016, chiuderà l’anno con un utile netto compreso tra 220 e 300 milioni di dollari. Nonostante il fatto che nel terzo trimestre la società di riassicurazione stima perdite pari a 475 milioni di dollari per i danni provocato dai tre uragani Harvey, Irma e Maria che si sono abbattuti nel Golfo del Messico e sugli Usa. «La nostra priorità è continuare a crescere» ha detto il ceo di PartnerRe Emmanuel Clarke che prevede un roe dell’8-10% nei prossimi 3-5 anni.
Poche invece le novità per quanto riguarda le controllate più note come Fca o Ferrari .
In primo luogo Elkann ha ricordato che Sergio Marchionne (attualmente ceo di Fca , presidente e amministratore delegato di Ferrari nonché membro del cda di Exor ) resterà nella holding anche dopo il 2019 (quando dovrebbe lasciare l’incarico al Lingotto). Successivamente, per quanto riguarda Fca , si è limitato a ripetere il mantra che Marchionne ripete da mesi: ovvero che attualmente il management è concentrato sul piano industriale che sarà presentato nei primi mesi del 2018 e che probabilmente includerà gli scorpori di Magneti Marelli e potenzialmente di Comau (le due società della componentistica ora sotto l’ombrello Fca ). Il numero uno di Exor ha poi palesato la soddisfazione per l’investimento in Ferrari , dove non c’è alcuna intenzione di ridurre la quota, e anche nella gestione della Juventus da parte del cugino Andrea. Elkann in particolare ha sottolineato con soddisfazione come il club abbia di recente stipulato accordi con partner internazionali (come quello con la società giapponese di gaming Cygames), a testimonianza della globalizzazione della società bianconera. Ieri la borsa ha dato ascolto alle parole di Elkann. Ieri l’azione della holding ha guadagnato il 4% terminando a quasi 56 euro riducendo di qualcosa quello sconto di cui aveva parlato nelle prime ore del pomeriggio lo stesso Elkann. (riproduzione riservata)
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