di Paola Valentini
Luglio ha arroventato anche la raccolta fondi. Nel mese, in base alla mappa mensile di Assogestioni, l’industria italiana del risparmio gestito ha ottenuto una raccolta netta di 10,3 miliardi di euro, in aumento dagli 8,1 miliardi di giugno. Il dato porta i flussi registrati da inizio anno a 67,3 miliardi, più del doppio rispetto ai 31,7 miliardi dei sette mesi del 2016 e oltre i 55,6 miliardi raccolti nell’intero 2016.
Il risultato del mese, inoltre, fa salire le masse totali in gestione al nuovo record di 2.021 miliardi (1.019 miliardi relativi ai fondi e 1.001 miliardi alle gestioni di portafoglio). La raccolta di luglio si ripartisce tra i 5,7 miliardi sui fondi aperti (189 milioni ai fondi chiusi) e i 4,46 miliardi sulle gestioni di portafoglio (cui 3,97 miliardi nelle gestioni istituzionali e 487 milioni in quelle retail). Anche da inizio anno sono i fondi aperti a trainare i flussi: 50,4 miliardi sono andati nei fondi e 16,9 miliardi nelle gestioni.
Andando al dettaglio delle categorie di fondi aperti più vendute, i best seller continuano a confermarsi i prodotti obbligazionari con una raccolta netta mensile di 2,38 miliardi (22,58 miliardi nei sette mesi), seguono i flessibili con 1,67 miliardi (10,47 miliardi da gennaio), i bilanciati con 1,48 miliardi (11,68 miliardi da inizio anno). In accelerazione la raccolta degli azionari che nel mese hanno attirato 561 milioni (6,15 miliardi da gennaio), segno che i Pir hanno iniziato a mostrare i primi effetti sul comparto.
I fondi legati ai piani di risparmio, infatti, per loro natura dovrebbero essere destinati a investire nell’azionario, ma i primi prodotti lanciati sul mercato in primavera avevano una connotazione più bilanciata. Solo nei mesi successivi sono arrivati fondi più specializzati sulle borse e la tendenza sta continuando. In rosso, invece, i monetari (-379 milioni pari a -673 milioni da gennaio) per via dei tassi ai minimi che rendono questi strumenti poco interessanti.
Sotto la parità anche i fondi hedge di diritto italiano (-27 milioni con un saldo da gennaio che scende a -358 milioni). Sul fronte del passaporto dei fondi aperti, i prodotti di diritto estero confermano la posizione di forza con una raccolta di 4,34 miliardi a luglio e quasi 41 miliardi nei sette mesi, mentre i comparti di diritto italiano registrano flussi per 1,35 miliardi nel mese e 8,87 miliardi da inizio anno.
I risultati di lulgio delle singole società vedono in prima posizione il gruppo Intesa Sanpaolo con 3,66 miliardi (oltre 3 miliardi di Eurizon e 600 milioni di Banca Fideuram).
“Dopo un primo semestre di risultati eccellenti per Eurizon, anche il mese di luglio conferma il nostro trend di crescita e di sviluppo sul mercato”, spiega Massimo Mazzini, responsabile marketing e sviluppo commerciale di Eurizon la cui raccolta del mese si è concentrata sui fondi multi-asset flessibili (55% dei flussi) seguiti da obbligazionari e azionari.
“In questo mese importanti risultati sono derivati anche dalle gestioni di portafoglio istituzionali (2,17 miliardi di raccolta netta, ndr) grazie ad alcuni nuovi accordi”, sottolinea Mazzini.
Secondo per flussi il gruppo Amundi con 1,079 miliardi e terza è Anima (655 milioni). Per la prima volta questo mese il risultato della società francese incorpora anche quello di Pioneer (che scompare dalle statistiche di Assogestioni) perché la sua acquisizione è stata perfezionata proprio a inizio luglio.
Grazia a Pioneer, Amundi è salito al terzo posto nell’industria italiana dell’asset management con masse pari a 197,4 miliardi alle spalle di Generali (472,4 miliardi) e Intesa Sanpaolo (387,5 miliardi). Tra gli altri big bene anche la raccolta di Poste (539 milioni) in procinto di integrare la sua sgr Banco Posta Fondi con Anima , e di Ubi Banca (495 milioni). Mentre Generali si ferma a 204 milioni.
Tra gli esteri spiccano i flussi di M&G (610 milioni), Axa (538,9 milioni), Deutsche Bank (509 milioni) e Ubs (433 milioni). Rallenta un po’ rispetto ai mesi precedenti il passo di Jp Morgan Am (249 milioni) che resta in ogni caso il primo asset manager estero senza una rete di distribuzione in Italia per masse (30,69 miliardi).
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