di Andrea Montanari
Sarà l’effetto Fedez, ma tra vendite e affitti a Citylife, il progetto immobiliare sorto sulle ceneri dell’area ex Fiera di Milano, qualcosa si muove, anche se non decolla del tutto. Perché, forse anche grazie alla pubblicità fatta indirettamente dal rapper e volto tv al quartiere nel quale vive (ha comparto un attico da 400 metri investendo due milioni), lo scorso anno sono stati firmati 15 rogiti per un controvalore di 29 milioni (per una media di 1,93 milioni ad abitazione). Mentre altri 3 milioni sono arrivati dai contratti d’affitto siglati sempre nel corso nel 2016. Complessivamente, quindi, come emerge dal bilancio di Citylife, la società che sta sviluppando il progetto (area complessiva di 289mila mq), i ricavi sono stati di 124,3milioni (-27% rispetto al 2015) con un ebit negativo per 17,77 milioni (il dato era positivo, 1,35 milioni, l’anno precedente) e una perdita di 10,9 milioni in miglioramento rispetto al rosso di 14,25 milioni del 2015. A sostenere i numeri di Citylife, come si legge nel bilancio, sono stati i 39 milioni fatturati a Generali Properties, «a fronte di riaddebiti effettuati per le attività svolte sul centro commericale», di proprietà della stessa branch immobiliare della compagnia assicurativa. Il Leone di Trieste ha il controllo totalitario della società di sviluppo milanese, il cui presidente è da qualche mese Aldo Mazzocco, amministratore delegato e direttore generale di Generali Real Estate. Va detto, però, che il progetto Citylife deve essere valutato in un’ottica di lungo periodo, soprattutto per quel che riguarda la vendita o l’affitto – formula assai più redditizia in questo momento e applicata anche al Bosco Verticale sviluppato da Hines – degli appartementi. In questo senso, il patrimonio netto della società ammonta a 669 milioni, dopo la contabilizzazione di perdite cumulate negli anni di 147 milioni. «Il 2016 ha confermato risultati molto positivi dell’attività di locazione che ha raggiunto con largo anticipo i target stabili dalla strategia di sviluppo», si legge nella relazione di bilancio della società. Mentre vengono evidenziati, causa congiuntura generale, «segnali di incertezza nelle decisioni di investimento degli acquirenti». Per questo «permangono tempi di trattativa e di chiusura delle transazioni molto lunghi», specificano ancora i vertici di Citylife.
Molto meglio l’ambito commerciale e direzionale con due colossi come l’azionista Generali e Allianz (ex socio) pronte a prendere possesso delle torri già realizzate. «Il mercato immobiliare residenziale, pur in un contesto relativamente positivo, non mostra segnali concreti di decisa inversione di tendenza», conclude la relazione di bilancio 2016. «Non vi sono spinte concrete reali all’investimento immobiliare né il clima complessivo stimola spinte emotive in tal direzione». Meglio, decisamente, sviluppare l’attività del terziario. «Permane invece elvato l’interesse di investitori per il comparto direzionale». Per questo i lavori, anche nella prima parte del 2017, si concentrano su questo business. (riproduzione riservata)
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