«L’dea non è di creare mattoncini ma di costruire case». Così l’amministratore delegato di Fineco Bank, Alessandro Foti, spiega il progetto di crearsi una propria società di gestione in casa. Sarà pronta per l’inizio del 2018, una sgr di diritto irlandese, «perché l’Irlanda è il principale hub del risparmio gestito», continua Foti che allo stesso tempo chiarisce che Fineco non ha nessuna intenzione di abdicare alla sua natura. «Vogliamo continuare a fare dell’architettura aperta il nostro punto di forza», spiega Foti, «la sgr gestirà prodotti come fondi di fondi, assemblando mattoncini creati da fornitori terzi». La volontà è di riportare nel gruppo pezzi della catena del valore ma anche di prepararsi al meglio alla nuova normativa europea Mifid II che partirà a gennaio e che responsabilizza, con la product goverance, chi crea e assembla i prodotti che secondo il regolatore europeo, dovranno essere sempre più rispondenti agli effettivi bisogni dei clienti fin dal momento della loro ideazione.
Ieri intanto la Banca ha comunicato i dati della semestrale, chiusa con l’utile netto migliore di sempre a quota 104,3 milioni, +3,2% (al netto delle poste non ricorrenti del 2016 quali la vendita della partecipazione Visa Europe e la variazione positiva delle imposte correnti in seguito alla chiusura di alcuni contenziosi tributari). I ricavi totali si sono attestati a 282,7 milioni, +3,3% sul 2016 mentre i costi operativi sono saliti del 2,9% a 121,2 milioni. Le commissioni nette hanno visto un incremento del 10,1% a 129,7 milioni di euro, riconducibile principalmente all’aumento delle commissioni nette relative alla gestione di prodotti di asset management e consulenza grazie al continuo aumento della raccolta netta che da inizio anno è salita del 9% a 2,9 miliardi, di cui 2 miliardi confluiti nei prodotti guidati (+17%). «Anche i dati di raccolta di luglio (che saranno comunicati al mercato venerdì, ndr) confermano il trend positivo», anticipa Foti, che sottolinea come i risultati positivi di utile nel semestre «mostrino una società poco volatile ma in continua crescita». Fineco sta inoltre spingendo l’acceleratore sul private banking, che si attesta oggi a 24 miliardi (il 38% delle masse totali pari a 63,3 miliardi) ed è in rialzo del 22% anno su anno. Come pure sull’attività di credito. Mutui, prestiti personali e fidi con pegno rotativo che vengono offerti esclusivamente alle persone già clienti della banca. «In appena sei mesi dal lancio di questa attività abbiamo raggiunto un stock di 1 miliardo di euro ma le potenzialità sono enormi considerando che la banca ha 1,2 milioni di clienti», conclude. (riproduzione riservata)
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