di Paola Valentini
Raccolta del risparmio gestito ancora a passo spedito a giugno grazie al contributo dei fondi comuni che si confermano protagonisti dei flussi.

In base ai dati della mappa di Assogestioni, il mese si è chiuso con un saldo di 8,1 miliardi di euro (dagli 11,5 miliardi di maggio), quasi tutti appannaggio degli aperti (7,9 miliardi) mentre i fondi chiusi hanno ottenuto 163 milioni e le gestioni di portafoglio 22 milioni.

Il risultato di giugno fa salire il totale dei primi sei mesi a 56,5 miliardi, il doppio dei 27,5 miliardi dello stesso periodo del 2016, di cui 43,9 miliardi nei fondi e 12,6 miliardi nelle gestioni. Il patrimonio a fine mese ha raggiunto un altro record, a quota 2.005 miliardi, il 50,4% nei fondi (1.011 miliardi) e il 49,6% nelle gestioni (994 miliardi).

Il dettaglio dei fondi aperti vede l’expolit dei fondi monetari con 2,4 miliardi, ma nel semestre questi prodotti sono in rosso per 112 milioni. Bene anche i flessibili che hanno chiuso il mese con flussi per 1,87 miliardi, seguiti a stretto giro dagli obbligazionari (1,832 miliardi) e dai bilanciati (1,77 miliardi).

Anche in maggio queste erano state le categorie più vendute. Da inizio anno i flessibili hanno ottenuto 9,1 miliardi, gli obbligazionari 20,1 miliardi e i bilanciati 9,7 miliardi.

A segnare il passo questo mese sono invece i prodotti azionari i cui flussi si sono fermati a 97 milioni dai 2,4 miliardi di maggio per un totale nei sei mesi di 5 miliardi. L’effetto dei Pir, che a maggio si iniziava a vedere, ha quindi avuto in giugno una battuta d’arresto dopo l’euforia iniziale.

Sul fronte del passaporto dei fondi, i prodotti di diritto estero dominano la classifica con flussi per 6 miliardi in giugno e 36 miliardi da gennaio, mentre gli italiani hanno archiviato il mese con 1,9 miliardi, un dato che porta il totale da inizio anno a 7,5 miliardi.

Passando alle singole società di gestione, primo per raccolta nel mese è il gruppo Generali con 1,87 miliardi. La compagnia segnala che il dato si riferisce ad operazioni infragruppo. Secondo è Intesa Sanpaolo con 1,15 miliardi di cui 1,45 miliardi riferiti ad Eurizon, in rosso per 302 milioni Banca Fideuram.

Terzo Amundi con 916 milioni. Proprio nelle scorse settimane la società francese ha ottenuto il via libera all’integrazione con Pioneer, ma nelle analisi di Assogestioni i due operatori restano ancora separati.Quest’ultima, dal canto suo, ha avuto un saldo negativo per 207 milioni.

Tra gli altri big, le Poste hanno avuto riscatti per 29 milioni, Anima ha registrato flussi positivi per 269 milioni, Ubi per 434 milioni, Mediolanum per 343 milioni e Allianz per 278 milioni.

Gli asset manager esteri vedono in pole position Invesco con 507 milioni, seguito da Ubs Asset Management (468 milioni), Credit Suisse con 440 milioni, M&G con 420 milioni e State Street Global Advisor con 397 milioni. Bene anche Jp Morgan Asset Management (+355 milioni) e Morgan Stanley (+338 milioni).
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