di Claudia Cervini
Bper Banca sta negoziando con Banca Popolare di Sondrio per presentare una nuova offerta non vincolante finalizzata a rilevare il 40% di Arca Fondi Sgr, quota che era detenuta dalla Popolare di Vicenza e da Veneto Banca, istituti attualmente in liquidazione coatta e amministrativa.
Lo si apprende da una fonte a conoscenza della vicenda che spiega come un’accelerazione in questo senso potrebbe essere impressa nel cda di Bper Banca in programma il 2 agosto che dovrebbe arrivare già a esaminare la proposta per un eventuale via libera. Trovare una nuova intesa in tempi così ravvicinati (dopo che i due istituti veneti sono stati posti in liquidazione coatta amministrativa ed Arca è stata esclusa dal perimetro degli asset acquisiti da Intesa Sanpaolo ) non è tuttavia scontato. Soprattutto perché sarebbero sorte nuove divergenze sul prezzo e sulla ripartizione del 40% oggetto di acquisizione.
Le due banche erano già arrivate a un accordo ma poi le ex popolari venete sono state poste in liquidazione. “Gli interlocutori sono cambiati, lo scenario è cambiato. Si sta rivedendo il processo di vendita”, aveva gia’ confidato una fonte nei giorni scorsi.
Per comprendere che cosa è successo occorre fare un passo indietro. Bper Banca era da tempo in trattativa, insieme alla Popolare di Sondrio , per rilevare il 40% di Arca sgr. Bpvi e Veneto Banca avevano infatti necessità di liquidare al piu’ presto le partecipazioni per irrobustire la dotazione patrimoniale e dare un segnale forte alle autorità europee. Poi il disegno di messa in sicurezza delle due realtà venete è cambiato con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto che “disciplina l’avvio e lo svolgimento della liquidazione coatta amministrativa di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca nonché le modalita’ e le condizioni delle misure a sostegno di queste ultime in conformità con la disciplina europea in materia di aiuti di Stato”.
Intesa Sanpaolo si è fatta carico di certe attività e passività delle due banche a una cifra simbolica di 1 euro e in un comunicato stampa la banca ha specificato che “il perimetro oggetto di acquisto include, oltre alle attivita’ e passivita’ selezionate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in Sec Servizi, in Servizi Bancari e, subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania”. Arca, quindi, rimane in vendita.
La vicenda della sgr è lunga e articolata. Inizialmente si era ipotizzata una cessione tout court, passando magari attraverso un fondo internazionale di private equity. Alla fine però ha prevalso la soluzione italiana e i due soci di riferimento di Arca si sono fatti avanti per assumere il controllo. Proprio l’accordo tra Sondrio e Modena e’ stato l’aspetto piu’ delicato della trattativa che ora è stata nuovamente riaperta.
A fine 2015, in un tentativo da parte di Anima sgr di aggiudicarsi la sgr, operazione che poi non andò in porto, la valutazione dell’asset era tra 700 e 800 milioni di euro. L’ad di Bper Alessandro Vandelli ha detto di recente di considerare irrealistico ad oggi questo valore.
“Su Arca stiamo cercando di completare le nostre riflessioni, oggi c’è uno scenario diverso; anche perché ci troviamo di fronte a un processo di liquidazione coatta e amministrativa (delle due banche venete ndr)”, ha detto di recente Vandelli, in un’intervista concessa a Class-Cnbc. “Dobbiamo quindi capire come verrà posto in vendita e attraverso quali percorsi il 40% di Arca che fa capo a Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
Detto questo, ci vogliamo far trovare pronti, è un’opzione da guardare con grande attenzione”.
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