Ci sarebbero gli hacker di TeleBots dietro gli ultimi cyber attacchi in Ucraina. Secondo i ricercatori di Eset vi sarebbero infatti molte similitudini tra i cyber attacchi sferrati dal gruppo di hacker dal dicembre 2016 fino alla recentissima epidemia di Diskcoder.C (meglio nota come Petya) che si è diffusa dal 27 giugno di quest’anno.
Nel 2016 l’attacco alle istituzioni finanziarie e alle infrastrutture critiche ucraine era avvenuto attraverso una versione Linux del malware KillDisk, utilizzato per sovrascrivere file con estensioni specifiche sui dischi delle vittime, ma non per chiedere un riscatto. Gli attacchi successivi hanno invece visto l’utilizzo della crittografia e di altre caratteristiche proprie del ransomware.
Nel 2017 gli attacchi del gruppo di hacker sono stati più sofisticati e hanno preso di mira anche una software company in Ucraina che utilizzava tunnel Vpn per accedere alle reti interne di numerose istituzioni finanziarie. Gli strumenti più utilizzati in questi attacchi sono stati la backdoor Python ed un altro script VBS che utilizza il programma script2exe. Durante le fasi finali della campagna gli hacker hanno diffuso il ransomware utilizzando SysInternals PsExec, che ha permesso al ransomware di muoversi lateralmente ai sistemi.
Con l’ultimo recente attacco, gli hacker hanno compromesso il software di contabilità M.E.Doc utilizzato in molte aziende in Ucraina tra cui istituzioni finanziarie, aeroporti e metropolitane. Molte di queste hanno eseguito un aggiornamento di M.E.Doc compromesso dal malware, che ha permesso ai cyber criminali di lanciare la massiccia campagna di ransomware che si è poi diffusa in tutto il mondo.