di Anna Messia
Poste Vita si è fatta strada ed è balzata al primo posto tra le compagnie Vita italiane approfittando della frenata registrata in media dal mercato, scavalcando sia Generali sia Intesa Sanpaolo Vita. Il 2016, dopo lunghi periodi di crescita sostenuta, è stato del resto un anno piuttosto magro per le polizze Vita, con la raccolta che è calata complessivamente del 10,8% a 106,67 miliardi; e il trend negativo è proseguito anche nella prima parte del 2017. Una frenata che in alcuni casi è stata guidata dalle stesse imprese che, in particolare, hanno chiuso i rubinetti delle polizze Vita tradizionali, le gestioni separate di ramo I, difficilmente sostenibili in un contesto di mercato di tassi d’interesse rasoterra. La risposta del settore ai tassi bassi è stata quindi di dirottare la raccolta verso le unit linked, le polizze con sottostanti fondi comuni, più leggere in termini di richieste di capitale. Una migrazione che, in più di qualche caso, non ha evitato deflussi; e in ogni caso non tutte compagnie di assicurazione si sono mosse allo stesso modo. Poste Vita, per esempio, anche negli ultimi mesi ha continuano a vendere molte polizze tradizionali e non è stata la sola. Il risultato di questo rimescolamento è che oggi la classifica dei primi dieci gruppi assicurativi italiani nel ramo Vita, diffusa ieri dall’Ania, è piuttosto differente rispetto all’anno prima.
A partire appunto dalla compagnia guidata da Maria Bianca Farina, che nel 2015 era in terza posizione, e in dodici mesi è balzata sul primo gradino del podio. Mentre il mercato fletteva appunto del 10,8% Poste Vita ha chiuso il 2016 con una raccolta in crescita del 9,2%, a 19,82 miliardi, in controtendenza rispetto al gruppo Generali (stabile al secondo posto con una raccolta di 18,01 miliardi, -7,6%) e soprattutto rispetto al gruppo Intesa Sanpaolo , che nel 2015 era al vertice del mercato ma che dopo la frenata dello scorso anno (14,94 miliardi, -31%) è scelto in terza posizione.
Ma la compagnia di Poste Italiane , come detto, non è stata la sola a guadagnare posizioni. Altre imprese si sono fatte strada e a balzare agli occhi è in particolare il gruppo inglese Aviva, 1a cui raccolta è cresciuta del 42,8% a 4,66 miliardi e che grazie a questo trend è passata dalla decima alla sesta posizione. Tra le compagnie in ascesa va poi segnalato il gruppo francese Axa , che in Italia ha una joint venture sia Vita sia Danni con Mps , recentemente rinnovata, che ha chiuso il 2016 con una raccolta in crescita del 17,9% a 3,4 miliardi ed è cosi passato dall’11esima all’ottava posizione. Mentre la frenata più netta tra le top ten del mercato è stata del gruppo assicurativo Mediolanum che nel 2016 ha spinto su altri prodotti di risparmio gestito e che nel Vita ha registrato una raccolta il flessione del 37,5%, a poco meno di 3,1 miliardi, scivolando così al decimo posto rispetto al sesto del 2015.
Più stabile, invece, la situazione nel ramo Danni (meno volatile, a 36,7 miliardi, -1,5%) dove secondo i dati diffusi ieri da Ania il podio resta saldamente in mano al gruppo Unipol , (con 7,7 miliardi) nonostante la leggera flessione rispetto all’anno prima dell’1%. In questo caso a pesare è stato invece il calo delle tariffe Rc Auto (si veda altro articolo in pagina), compensata però dalla crescita di altri settori Danni. Stabili anche Generali al secondo posto (5,8 miliardi, -3,1%) e Allianz (4,9 miliardi, -3,6%). A livello di mercato complessivo, Vita più Danni, il più grande gruppo italiano resta invece Generali (25,5 miliardi) ma subito dietro ora c’è Poste (che ha iniziato a venderea nche polizze Danni) seguita al terzo posto da Intesa Sanpaolo . (riproduzione riservata)
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