di Luisa Leone e Antonio Satta
Superato lo scoglio delle primarie e incassato il 70 % dei voti espressi dagli oltre due milioni di partecipanti alla consultazione, Matteo Renzi si è ripreso la guida del Pd ed è pronto a far sentire la sua voce pure nelle scelte del governo guidato da Paolo Gentiloni. È probabile che in prima battuta la sua attenzione sarà rivolta soprattutto al tema della legge elettorale, anche perché, come raccontano molti dei suoi, l’idea di andare presto al voto continua a tentare l’ex premier. Ma in ogni caso Renzi, che già ha messo il veto a ogni ipotesi di aumento dell’Iva e a ogni idea di usare la leva fiscale per quadrare i conti, aumenterà la pressione sul governo già nella fase di discussione parlamentare sulla manovrina.
Il decreto, che contiene la correzione dei conti da 3,4 miliardi richiesta dalla Ue, ha avviato ieri il suo iter parlamentare, con le prime audizioni. Sono stati sentiti Confindustria, l’Ance, i sindacati i rappresentati delle cooperative e Federalberghi. Oggi sarà la volta di Anci, Upi e Conferenza delle Regioni; mentre domani saranno ascoltati il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, la direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, il direttore dei Monopoli, Giuseppe Pelaggi, e la Corte dei Conti. Ieri le osservazioni si sono concentrate, con accento negativo, sull’ampliamento del meccanismo dello split payment, esteso a tutte le amministrazioni pubbliche e alle società controllate, anche quotate. Federalberghi invece ha promosso le norma ribattezzata AirBnB, che introduce la cedolare fissa sugli affitti brevi; mentre Confindustria, sebbene molto critica su split payment e investimenti privati, ha sottolineato anche aspetti positivi, come il capitolo infrastrutture e le norme per semplificare ancora il regime dei Pir. I Piani individuali di risparmio sono stati inseriti nell’ordinamento italiano dall’ultima legge di Bilancio, per incanalare il risparmio privato verso l’economia reale, in particolare le Pmi. E, visto il grande interesse suscitato, il governo è ora pronto a fare il bis, lanciando uno strumento simile ma dedicato alle casse previdenziali e ai fondi Pensione. Si tratta dei Piani istituzionali di risparmio, che replicherebbero per questi investitori istituzionali i vantaggi che oggi i Pir garantiscono per la clientela retail. A spiegarlo, nella risposta a una interrogazione parlamentare, è stato il vice-ministro per l’Economia Luigi Casero. «Il governo ritiene utile prevedere la possibilità di introdurre norme che stabiliscano nuovi strumenti finanziari per casse di previdenza private e fondi pensione, secondo il meccanismo dei predetti Pir, che potrebbero altresì essere ridenominati come Piani istituzionali di risparmio». La questione, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe già sul tavolo e si attende ora un confronto con casse fondi per definire gli aspetti tecnici, a partire dal perimetro cui si potrebbero applicare i nuovi strumenti.
Intanto ieri ha ripreso il suo iter al Senato la legge per la Concorrenza, sulla quale oggi il governo dovrebbe richiedere la fiducia. Come anticipato da MF-Milano Finanza, la principale novità del maxiemendamento governativo è lo slittamento di un anno per lo stop alla maggior tutela nel mercato dell’energia. (riproduzione riservata)
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